STORIE

E di nuovo cambio casa

E di nuovo cambio casa, …di nuovo cambiano le cose*

Sette anni dopo eccomi di nuovo alle prese con un trasloco.

Non direttamente causato dalla separazione da mio marito, ma comunque non del tutto estraneo agli avvenimenti famigliari.

Questa casa è troppo grande, troppo costosa: ha il portinaio, il giardino condominiale, I pannelli solari sul tetto e una comunità di inquilini danarosi che in sei anni mi hanno accollato termovalvole, impianto acqua calda e facciate.

E una famiglia mono (minimo) reddito, senza nemmeno una integrazione dell’altra ex parte di famiglia, non può permettersela.

Per un po’ ho tamponato riciclandomi in B&B e facendo altri due lavori, ma il carico emotivo e pratico di avere estranei sempre per casa da accudire al terzo anno di seguito, Expo compreso, è troppo – e a 46 anni di coinquilini comincerei anche ad averne abbastanza.

E così ci spostiamo di tre fermate più fuori, in un appartamento più a misura nostra.

In un condominio meno costoso e con meno pretese, ma per fortuna in sè molto bello e con una vista spettacolare che mi consola di molte cose.

In un quartiere meno chic, ma forse ugualmente accogliente.

Con la ferrovia ovunque posi lo sguardo.

E con il supermercato bio, dietro l’angolo.

Ma con molti… senza.

Senza quel bel giardino che tanto mi piaceva, e nel quale sognavo che mio figlio sarebbe avventurosamente cresciuto assieme ai figli dei vicini.

Senza i vicini di pianerottolo! Che mi mancheranno tantissimo!

Senza il nostro custode, che mi ha risolto così tanti problemi per nulla in cambio, che un marito non avrebbe saputo fare di meglio.

Senza la Pasticceria sotto casa, dove molte tristezze si sono sciolte nella panna e fragole, dove sanno già che io il caffè americano lo voglio con un pochino d’acqua fredda che aumenta con l’arrivo della primavera e dell’estate e diminuisce in autunno senza che io debba dire nulla.

Senza le macchine in seconda fila, che i vigili non ci fanno la multa e ci lasciano autogestire la cronica mancanza di parcheggio.

Senza la mia estetista biondomarylin, che potevo scendere in tuta, farmi la ceretta e riprendere il lavoro in mezz’ora, accompagnata da un bel po’ di chiacchiere da bar.

Senza la strada in mezzo alle villette, tenendoci per mano sull’acciottolato e raccontandoci i sogni, ogni mattina per andare a scuola.

Non so cosa sarebbe successo se fossimo ancora insieme.

Lui avrebbe infine trovato un lavoro? E avrebbe contribuito alle spese?

Nessuna delle due domande ha una risposta certa, ora lo so; quando l’ho sposato non lo immaginavo.

Magari no, e però magari ci saremmo spostati lo stesso insieme e magari io adesso mi sentirei un po’ meno sola.

Forse.

A volte fantastico su come sarebbe la mia vita se fossi ancora sposata, ed essendo una fantasia la immagino bella.

Ma è una fantasia, la realtà non l’avrebbe mai eguagliata.

Durante il mio matrimonio mi sono sentita molto più sola di quando poi lo sono stata davvero, quindi no.

Niente fantastiche fantasie.

Questo trasloco è il mio trasloco: è difficile ma anche bello ed emozionante e non lo cambierei mai, per niente al mondo, con un matrimonio senza fondamenta come è stato il nostro.

E poi, non sono affatto sola!

Io di nuovo cambio casa, di nuovo cambiano molte cose.

Altri aggiornamenti seguiranno.


Cristina Sebastiani è anche autrice di uno dei racconti pubblicati su smALLholidays, secondo titolo della collana smALLbooks. Il tema qui trattato va invece ad arricchire il panorama delle testimonianze sulla casa, tema di smALLhome, il terzo titolo della collana.

 

*citazione della canzone E di nuovo cambio casa di Ivano Fossati

autore

Cristina Sebastiani

Consulente per l’immigrazione e le coppie miste, madre di un bambino, collaboro al sito con interventi mirati sul tema. Ho scritto anche uno dei racconti dell’antologia smALLholidays, secondo titolo della collana smALLbooks per Smallfamilies® (Cinquesensi Editore) e firmo post nella sezione “Diario d’Autori”. Faccio parte della rete dei servizi convenzionati con l’associazione.

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