Convinti che questo testo possa essere di grande aiuto al variegato mondo SF nonostante non sia specificamente rivolto a questo, segnaliamo: “Il figlio perfetto” di Paolo Sarti e Giuseppe Sparnacci, edizioni Mandragora, Firenze 2013, con il commento di uno degli autori che è anche nostro collaboratore.
Figli spesso unici sui quali facilmente si proiettano attese che sono state i nostri desideri di realizzazione. Figli dai quali ci attendiamo che diventino importanti uscendo dall’anonimato di massa. Cercando di forgiarli in modo che vincano, che abbiano un successo che renda speciali anche i genitori.
A noi ( Paolo Sarti, pediatra e Giuseppe Sparnacci, psicologo) autori di un piccolo libro “Il figlio perfetto”, è sembrato che negli ultimi anni, in molti campi, sono molto aumentate le richieste di performance “da campioni” ai figli. Preparando per loro un cammino che non ammette errori, nostri e loro. Con il risultato di aumentare le loro (dei figli, ma anche dei genitori) ansie da prestazione. Rendendoli in pratica fragili per affrontare le inevitabili difficoltà della vita. Figli ai quali facilmente si ripete che sono e devono essere speciali, perfetti. Che invece si troveranno inevitabilmente a confrontarsi con le loro imperfezioni e contraddizioni.
Ci è sembrato che oggi molti genitori cercano di preparare ai figli un cammino privo di difficoltà, rinnovando il mito dell’eroe invincibile, come fece Teti per Achille. Non accorgendosi che inevitabilmente rimane sempre un punto o più punti deboli (come successe ad Achille per il tallone).
Così i genitori si preoccupano di trovare opportunità che siano speciali e uniche, scelgono nomi improbabili, riconoscono genialità a figli che spesso vorrebbero solo essere banalmente normali. Ricercano fin dal concepimento un corso di preparazione al parto che sia personalizzato, seguendo improbabili guru che assicurano loro che il bambino in utero partecipa attivamente ai loro pensieri e alle loro emozioni. Dalla nascita il loro obiettivo è fornire al bambino quelli strumenti che lo renderanno speciale: apprendimento da subito dell’inglese, scelta di giochi pedagogicamente all’avanguardia. Cercheranno poi di fornire ai figli una scuola esclusiva, spesso valutata nei valori educativi da loro stessi, con competenze che difficilmente possono avere.
L’universo delle possibilità di creare figli perfetti e speciali è ovviamente ampio e variegato. Il risultato è quello della costruzione di individui centrati su se stessi, poco disponibili alla socialità perché troppo spesso incapaci di mediare conflitti. Insomma individui costruiti per essere emergenti e che paradossalmente avranno paura ad affrontare le difficoltà della vita.
Il nostro piccolo contributo vuole essere un allarme, un richiamo a lasciar crescere i figli in maniera più rilassata, riconoscendo loro la diversità dai genitori e la scelta progressiva della propria vita.