Aprirà a dicembre 2023 la prima residenza creata per ospitare quattordici genitori soli e i loro figli. Nuclei familiari che non si conoscono e che andranno a vivere insieme aiutandosi reciprocamente e condividendo spazi e servizi, oltre ad avere a disposizione spazi privati.
La casa, un edificio bianco a tre piani con un giardino, è collocata nel centro di Poissy (dipartimento dell’Yvelines- Île-de-France), a pochi minuti dalla stazione ferroviaria e a una trentina di chilometri da Parigi.
Promotrice di questa iniziativa, che è la prima del genere nella Regione dell’Île-de-France dove una famiglia su 3 è monogenitoriale, è la Commune: una start-up creata nel 2021 da Tara Heuzé-Sarmini e Ruben Petri.
Nelle principali città francesi il “co-living” – come viene chiamato questo tipo di co-abitazione – è un modo di abitare in costante crescita ma si rivolge in genere a studenti/studentesse e a giovani lavoratori/lavoratrici. Mai prima d’ora ha riguardato le famiglie monoparentali.
A Poissy ogni famiglia potrà disporre di spazi privati attrezzati (una camera da letto per il genitore, una per i figli, angolo cottura e bagno) e spazi comuni (un giardino e una corte interni, una sala da pranzo, una cucina, una sala giochi polivalente destinata ai bambini, uno spazio per i genitori, postazioni per il coworking, una lavanderia).
Il costo mensile varia da 1.190 euro per un genitore e un figlio a 1.390 euro per un genitore e due figli e comprende alcuni servizi (per esempio, l’assistenza legale) e i costi di gestione dell’edificio.
Questi i requisiti per candidarsi a vivere in questa residenza e nelle altre che sorgeranno in futuro:
– essere genitori single
– avere 1 o 2 figli di età compresa tra i 2 e 18 anni
– essere lavoratrici/ori o alla ricerca di attività lavorativa (autonome/i, impiegate/i, al termine degli studi)
– guadagnare almeno 2 volte il valore dell’affitto mensile
– essere disposti a vivere e partecipare alla vita della community.
Ad oggi sono più di 250 i genitori single, madri e padri, che hanno fatto richiesta per poter essere selezionati ed accedere così a questa soluzione abitativa.
Gli ideatori di questo progetto residenziale rivendicano criteri d’accesso diversi e più flessibili rispetto a quelli tipici dell’affitto tradizionale e del libero mercato francesi che abitualmente considerano le famiglie monogenitoriali una tipologia a rischio alle quali richiedere maggiori garanzie rispetto alle altre tipologie familiari. Evidenziano anche come per accedere ad una casa in affitto sia generalmente necessario avere uno stipendio superiore di tre o quattro volte il costo del canone di affitto.
In Francia, ma non diversa è la situazione in Italia, oltre a dover offrire maggiori garanzie al fine di dimostrare che si è in grado di provvedere al pagamento del canone d’affitto e delle spese di condominio, un genitore solo deve fare i conti con la cronica mancanza di case in locazione.
Il 18 settembre scorso, nell’articolo pubblicato da LeParisien dedicato al progetto di Poissy, si racconta a riguardo la storia di Èmilie. Una madre separata con due figli che, nonostante un buon lavoro e una figura che funge da garante, si è trovata a fare un’offerta per una casa in affitto a Parigi con altre 150 persone. Nella stessa città dove 765 candidati in 7 giorni si sono contesi un appartamento di 10 mq a 600 euro al mese.
Progetti residenziali come quello di cui si sta parlando sono previsti per il prossimo anno in diverse zone della Francia. E se l’offerta di Commune si rivolge principalmente al ceto medio-alto e non ha all’attivo -ad oggi- collaborazioni con realtà del no-profit, altri operatori immobiliari stanno lavorando per offrire soluzioni più accessibili economicamente, in partenariato con associazioni francesi nate a sostegno delle famiglie monoparentali oppure organizzazioni impegnate nel fornire soluzioni abitative a soggetti fragili o in condizione di precarietà economica, come nel caso dell’associazione Habitat-Humanisme.
Tutte iniziative, queste, di grande interesse ed innovatività che hanno il merito di intercettare e dare risposta a una domanda rimasta per lungo tempo inascoltata (a ben guardare in Italia ancora del tutto ignorata). Da anni noi di Smallfamilies aps sosteniamo la necessità di comprendere le trasformazioni in atto nella nostra società e i nuovi bisogni abitativi, in particolare quelli delle famiglie monogenitoriali e più in generale delle “famiglie geometria variabile”, così da affrontare seriamente il problema della casa che coinvolge drammaticamente anche le nostre famiglie. Non con soluzioni emergenziali e di ripiego ma con progetti e interventi ad hoc. Il tempo è maturo.