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La carezza della mantide: un romanzo

scritto da Antonia Mirarchi

Il 13 settembre del 2010 mi chiama l’avvocato: “Siediti, che il giudice ha deciso”. Mi siedo e penso a quanti soldi mi costerà tutto questo: due figlie, una separazione, una ex compagna incazzosa. Secca: “Te le ha date tutte e due”.» Affidate a lui, il padre: è una delle due notizie che cambiano la vita a Marco Morlacchi; l’altra è che ha un enfisema «severo» e gli restano dai cinque ai dieci anni di vita, «statisticamente, si capisce» come puntualizzano in ospedale, con l’imperturbabile gaiezza dei medici. Come ci si improvvisa padre single di due figlie che forse non vedrai crescere?

Leggere il romanzo dai tratti autobiografici di Carlo Turati, uscito nel gennaio 2021, è una intrigante occasione di riflessione sull’estrema mutevolezza delle geometrie possibili in una famiglia con un genitore single.

Le variabili teoricamente indipendenti narrate sono tre: Marco, Marta e Alice Morlacchi, ovvero un padre e due sue figlie adolescenti; la costante è la Vita, viverla e condividerla fino sfiorare il bordo della sua perdita.

Genitorialità e adolescenza sono già pezzi di vita complessi, che questa storia rende ardui buttando al centro dell’arena un padre solo, fieramente “maschio” (per cui l’ignoranza della natura femminile è quasi un merito) che, per le misteriose vie dei tribunali, è affidatario unico di due donne in divenire. Questi temi sono però solo una parte del libro. Ciò che permea tutta la narrazione è infatti un’altra difficile tematica: la malattia, una patologia lenta che lima i giorni che restano a Marco,  li rende incerti, pochi e a volte spiacevoli e ingarbugliati in un quotidiano a volte tenero, a volte brutale, comunque immersi in un triangolo di sincerità ruvida.

Il cosmo in cui si sviluppa la narrazione ha come principio il “verbo”, inteso come “parola” per la quale l’autore pare nutrire fervore devozionale, e che usa con una destrezza mozzafiato.

All’origine di tutto c’è amore  che, nell’incontro con psiche, genera un percorso labirintico tra le scale-le stanze-il bagno-il terrazzo di una casa, un quartiere della Milano est, una struttura sanitaria lombarda con tanto affetto, una fase politica e una storia culturale tutta italiana, tre generazioni a confronto (giovani,  adulti, anziani), il mistero dei rapporti uomo-donna, il significato della salute, dell’empatia, dell’amicizia, e il valore del vivere ma anche del morire e del rinascere attraverso il cuore, elemento centrale di ogni universo costruito.

Turati ci testimonia poeticamente, con leggerezza e intelligenza di parola, con la propria originalità e ricchezza di scrittura, che anche l’inferno può essere guardato in faccia, metabolizzato e trasformato, fino a far tornare psiche ad amore con pienezza, col sorriso, e con un nuovo respiro.

Perché  la carezza della mantide, a dispetto del titolo, è “tutta vita”.

autore

Antonia Mirarchi

Ho operato fino al 2019 in ambito sociosanitario, prima come fisioterapista e successivamente anche come psicologa, attraverso servizi alla persona di tipo riabilitativo, clinico, educativo, progettuale, formativo, gestionale e di ricerca. Dal 2013 definisco la mia metodologia di intervento bio-psico-sociale, Psicofisioterapia. Da un anno offro Psicofisioterapia Estetica: benessere, gioia e bellezza per me e per gli altri sono da sempre gli obiettivi primari che mi guidano nella vita e nel lavoro. Giacché da sempre scrivo di Relazione e d’Amore, il mio servizio di promozione della salute si avvale anche dei miei scritti.

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