La saga di Polleke, 5 di libri vietati ai maggiori di 13 anni, sta per arrivare in Italia. Vietata agli over 13 si fa per dire, perché piace anche ai genitori dei suddetti. L’autore, l’olandese Guus Kuijer, è arrivato al grande successo con i 5 libri della serie dedicata all’adolescente Polleke, pubblicati in Olanda fra il 1999 e il 2001, da cui, nel 2003, è stato tratto il film Polleke e, nel 2005, una serie tv.
In Italia questi libri sono arrivati o, per la precisione, stanno arrivando a distanza di dieci anni dalla loro pubblicazione. I primi tre sono infatti usciti, per Feltrinelli, tra il 2012 e il 2014 mentre il quarto è appena comparso il libreria. L’ultimo verosimilmente arriverà il prossimo anno e potrebbe intitolarsiIo sono Polleke, se la traduzione sarà fedele all’originale.
I quattro libri comparsi finora in Italia sono:
Per sempre insieme, amen (2012) Mio padre è un PPP (2013) Un’improvvisa felicità (2014) Con il vento verso il mare(2015)
Come in tutta la produzione per ragazzi di Guus Kuijer, l’oggetto della descrizione è il mondo degli adulti, analizzato con disincanto, acume, leggerezza e, in questo caso, raccontato in prima persona da parte dell’adolescente Polleke.
“Ho solo undici anni, non mi dispiacerebbe avere ragione meno spesso”.
La prospettiva di Polleke nei riguardi degli adulti è poetica, ma senza compromessi: è ironica, ma ricca di affetto e di comprensione.
Con un linguaggio fresco ed immediato, Kuijer restituisce in modo davvero efficace la visione sulla quotidianità di Polleke, a partire naturalmente dalle relazioni all’interno della sua famiglia, esempio molto calzante di attuale smallfamily , ossia, come ci piace dire, di moderna “famiglia a geometria variabile”.
E ci suggerisce che, spesso, sono i bambini e i ragazzi a comprendere ed accettare gli adulti, senza moralismi. E non il contrario.
Guus Kuijer è un prolifico autore olandese, nato nel 1942. Ha scritto libri anche per adulti, ma si è soprattutto dedicato ai bambini e agli adolescenti. Nel 2012 ha vinto, l’Astrid Lindgren Memorial Award, il premio più prestigioso a livello mondiale per la letteratura per ragazzi. La motivazione della giuria è stata:
Guus Kuijer affronta le problematiche della società moderna e le grandi domande esistenziali con uno sguardo libero da pregiudizi e notevole acume intellettuale. Nei suoi libri, il rispetto del bambino è palese quanto la netta condanna dell’intolleranza e dell’oppressione. Kuijer riesce a fondere assoluta serietà, acuto realismo, affetto, umorismo garbato e fantasie visionarie. Il suo stile semplice, chiaro e preciso riunisce sia la profondità della filosofia che la levità della poesia.
I libri
Polleke, undici anni, ragazzina problematica come si autodefinisce, sogna di diventare poetessa. Viene lasciata dal fidanzatino Mimun, compagno di classe di origine marocchina, a causa dell’opposizione della famiglia di lui. Il maestro scambia la sua rabbia per razzismo e la mamma di Polleke in primis lo aggredisce poi si innamora di lui. Polleke è imbarazzata da questo sviluppo amoroso, soprattutto dopo l’incontro con il maestro, nottetempo, nel corridoio di casa, e pensa con grande affetto al padre, Spik. Poeta scapestrato, gran fumatore di hashish, con una ricca serie di relazioni amorose e di figli in giro per il mondo. Spik, è un vero irresponsabile ed è finito persino in prigione. Polleke lo adora e si convince di essere lei a dovergli trovare una nuova soluzione di vita. A questi problemi si aggiunge il peso condiviso della sofferenza dell’amica Caro, che vive con la madre e il suo nuovo compagno al quale è legata tanto quanto al padre naturale che purtroppo però è tossicodipendente .
La mamma e il maestro di scuola hanno deciso di sposarsi. Il padre Spik, cacciato di casa dalla nuova moglie, vive per strada ed è arrivato al punto di rubare in casa loro per comprarsi della droga.
Polleke gli chiede di scrivere una poesia per esprimere le sue scuse e il desiderio di cambiare rotta. Lui invece, il PPP, il “padre particolarmente problematico”, le scrive una lettera ammettendo di essere un fallito incapace di poetare.
Mimun, il fidanzato marocchino, la aiuta a cercare il padre tra i clochard ed è sempre presente e solidale con lei, ma da adulto dovrà sposare una ragazza marocchina e nel frattempo frequenta assiduamente anche Caro…
Per Polleke ci sono quindi problemi e ostacoli su tutti i fronti.
Per fortuna ci sono sempre i nonni paterni e la loro casa in campagna dove rifugiarsi. E dalle loro parti vive anche Tom, di poco più grande di Polleke, e suo corteggiatore.
Ma per Polleke il vero spiraglio di luce si apre quando il PPP si dichiara disposto a farsi disintossicare, a patto che la figlia lo raggiunga, d’estate, nella casa di cura dove verrà ricoverato.
Polleke ha dodici anni e le cose sono molto cambiate.
L’amicizia con Caro e Mimun è in crisi mentre il legame con una nuova compagna di scuola si fa sempre più forte. Consuelo è appena arrivata dal Messico, ha una dolorosa situazione familiare alle spalle ed è bisognosa di riferimenti. Polleke cerca di esserle vicina e di aiutarla come può.
Intanto, mentre sono in corso i preparativi per il matrimonio della mamma con il maestro, Polleke riceve una lettera dal Nepal da Spik.
Il padre le spiega di essere fuggito dalla comunità in cui aveva cercato di disintossicarsi ma le assicura che tornerà presto perché finalmente ha capito come dare senso alla propria vita.
A tutte queste preoccupazioni si aggiunge il manifestarsi dei primi squilibri tipici dell’adolescenza. L’ottimismo innato di Polleke è davvero messo a dura prova.
Per fortuna ci sono sempre i nonni, la campagna e l’amata vitellina.
Ed ecco di nuovo Polleke, con la sua quotidianità complessa, con le sue grandi domande sulla vita, e con le sue riflessioni poetiche.
La mamma si è sposata con il maestro; Spik, il padre, ha aperto un centro di meditazione e il nonno è malato. Inoltre c’è sempre Mimun, con cui Polleke però non sa se voler riallacciare una relazione.
Polleke, ancora una volta ricorda ai grandi di avere “solo dodici anni”, che sono tanti ma anche pochi, in alcuni casi. Un monito agli adulti, così facili all’offesa e così in grado di fingere.