“Le madri sono bugiarde” è un racconto lungo, pubblicato in ebook nel 2012, quando Sophie, la figlia dell’autrice, aveva un anno. È un racconto che parte dalla domanda: Chi è una madre? E dalla consapevolezza che il solo atto del partorire significa essere traghettate da un’idea astratta alla realtà di un “…mondo diverso che suona con la sua voce e la tua. I suoi bisogni diventano le tue domande. Quella creatura che tu hai creduto di dare al mondo, in uno slancio di idealismo, in realtà ti sta dimostrando che esiste un altro mondo possibile: il suo, che ti comprende in qualche modo, ma che ti esclude, perché non lo conosci e fatichi a comprenderlo. Il suo mondo è fatto dei suoi suoni: i pianti, tutti diversi e tutti a tonalità da soprano. È il suo mondo ed è fatto di cose essenziali e basilari. Il superfluo al quale ti eri comodamente abituata ora è fuori dalla finestra. E tu e il tuo nuovo mondo siete dall’altra parte, dentro casa.” […]
Le madri sono bugiarde perché a proposito della maternità sorvolano, semplificano. Le madri sono bugiarde, ma la loro omertà è fondamentale per ogni neo-madre, perché ognuna possa rendersi conto, da sé, in modo progressivo, di come ogni madre abbia in realtà una capacità di adattamento straordinaria.
Eleonora Mazzola scrive in prima persona. Parte da sé, dal suo dolore, dalla sua fatica. Consegna al lettore il suo sguardo, la sua esperienza. Non pretende di porsi a modello e di tenere lezioni. Anzi, racconta con grande autoironia. E non tralascia di porsi anche l’altra cruciale domanda: chi è un padre?
[…] “Il carico da portare si faceva sempre più pesante. Il mio principio di realtà cominciava a cedere e cercavo parole e gesti fatti di comprensione e solidarietà. Cercavo consolazione… Mittente principale di questa poltiglia di sentimenti: lui, il co-autore. Invidiavo la leggerezza con la quale si chiudeva la porta di casa alle spalle ogni mattina, mi innervosiva la sua stanchezza di ritorno dal lavoro e trovavo assurdo che il timone dell’imbarcazione “bebè” fosse sempre e solo in mano mia. Ma chi è un padre? Me lo sono domandata molte volte e mi sono spesso trovata alla frontiera delle risposte. Il padre che ho avuto da una parte e il padre che avevo idealizzato per mia figlia dall’altra.
Nel mezzo c’ero io e la risposta che ho costruito pian piano.
Un padre è colui che vive nella distanza, nella lontananza, fin da subito. Se così non fosse non sarebbe un padre, ma semplicemente un’altra madre.”[…]
Le madri sono bugiarde è una riflessione intelligente, diretta, sincera, che stempera nell’ironia tutta la gamma di sentimenti di una neo-mamma con cui è facile identificarsi. Così come accade nel suo ideale seguito I bimbi sono una bomba, uscito anche in questo caso in ebook, nel 2014, sempre sotto forma di racconto breve e sempre nel solco della non-omissione. Non-omissione della quota di fatica che la maternità comporta. Ma questa volta con l’esplicito intento di raccontare soprattutto la distanza che separa madre e padre. A partire dal momento di massima distanza possibile fra uomo e donna: il parto. A partire dalla distanza per provare a immaginare il possibile miglior cammino comune. Il racconto, sempre in prima persona, sempre incentrato sul proprio caso personale, è una provocazione che mette al centro della scena il tema della genitorialità con l’auspicio che un giorno si possa arrivare a non dare per scontato che sia necessariamente la donna a doversi riorganizzare la vita dopo la nascita dei figli.
[…] “A costo di sembrare una donna martello, una domenica pomeriggio, di pioggia, mentre nostra figlia stava per fare una capriola, mi avvicinai di nuovo al co-autore e gli posi un’altra domanda. “Sai che se lavorassi da casa anche tu la nostra vita e nostra figlia potrebbero beneficiarne molto?” scaturì una sorta di blackout. Silenzio in sala. Schermo nero.
Chi? Come? Io? Ma come faccio? E quando va alla materna che ci faccio a casa?”
Marina Cosi, in una delle due prefazioni al testo scrive: “… quel che occorre davvero non è ‘tutelare’ lei (orrido termine paternalistico) nella coppia, né concedere l’attuale micragnosa giornata di congedo obbligatorio di paternità o il voucher condizionato, ma accompagnare con norme identiche e cogenti, per lei e per lui, il dovere di genitorialità. In Italia, subito”.
Luca Mazzucchelli nell’altra prefazione scrive invece:
“…Assieme a lui, a ben vedere, ero nato anche io. In vesti diverse, con nuove responsabilità, emozioni, sensibilità, capacità. E ad accompagnarmi in questo percorso di crescita era proprio lui, che giorno dopo giorno mi ha fatto sentire sempre più ricco, insegnandomi ciò che solo i bambini possono con estrema facilità indurti a fare: amare incondizionatamente.
Il libro di Eleonora parla di come l’arrivo di una nuova vita porti con sé la nascita di nuove madri e nuovi padri, che devono (o dovrebbero) cambiare di pari passo alle nuove esigenze che il contesto richiede. E farlo auspicabilmente assieme, per il bene di tutti. La sofferenza, il dolore, il cambio di abitudini, il doversi impossessare di nuovi ruoli e competenze, sono passaggi spesso obbligatori e necessari a mettersi in discussione e a crescere nel cammino tra una fase di vita e un’altra. Tuttavia è questa crisi che ci permette di entrare in contatto con i nostri o altrui limiti, perfezionarli, mettere a fuoco le nostre ferite per poterci prendere di loro cura e trasformarle – nel migliore dei casi – in feritoie, punti di vista protetti dai quali osservare il mondo…”
Scrive Eleonora: “È incredibile osservare quanto troppo spesso si parli di donne che sono state in grado di avere un’idea creativa e di rimettersi nel mondo del lavoro in maniera trasversale dopo essere diventate madri e quanto poco spesso si portino esempi maschili di creatività dopo essere diventati padri. Eppure diventare genitori dovrebbe essere una rivoluzione. Ma è davvero così per tutti?”
La domanda è retorica. Crescere un figlio è un gioco di equilibrismo estremo che spesso vede protagonista una sola delle due parti.
I genitori irresponsabili, spesso inconsapevolmente, sono ancora molti ed è necessario lavorare per contribuire a scardinare una non-cultura cha lasci il posto all’era di una nuova consapevolezza genitoriale condivisa.
Questo è proprio uno degli obiettivi di Smallfamilies®. E noi confidiamo che Eleonora Mazzola accetti il nostro invito a darci il suo contributo.
Nell’attesa, iniziate a leggere.