Stiamo seguendo Lessico Famigliare, il nuovo programma di Rai3 con lo psicoanalista e scrittore Massimo Recalcati . A seguito della prima puntata, andata in onda lo scorso 7 maggio, abbiamo ricevuto da Marcella Grassi – nostra socia di Reggio Emilia che si occupa di Counseling e Mediazione Familiare e che grazie a questa professione accoglie e ascolta tante esperienze di genitori – alcune riflessioni a caldo che vogliamo condividere con voi. Eccole.
Ho apprezzato alcuni passaggi pensandoli socialmente preziosi, utili ad una genitorialità che metta realmente al centro i figli, quindi ne ripercorro volentieri le tracce per sottolinearli.
Parto dall’idea che distingue in modo chiaro la funzione materna da quella paterna e che ieri sera è stata però proposta da Recalcati in chiave culturale, emancipata dal solo fattore biologico:
La vita del figlio ha bisogno di essere accolta, desiderata, amata. Da chi provenga è totalmente secondario”.
Convinzione che troviamo anche nel pensiero di F.Dolto:
Tutti i genitori sono adottivi.
Questa considerazione attribuisce una responsabilità di significato non solo alle madri e il concetto appena espresso assume un’importanza ancora maggiore quando una coppia, centrata ad esempio su una situazione faticosa come può essere un legame che si conclude, difficilmente ricorda ai figli quanto siano stati voluti. Di rado questo concetto rappresenta la premessa fondamentale nella comunicazione di una separazione, mentre sarebbe indispensabile che lo fosse.
Altro spunto è il racconto delle due madri dinanzi a Re Salomone: prediligere la regola dell’ospitalità assoluta senza trasformarla nella necessità, consapevole o meno, di assorbire l’esistenza del proprio figlio, proiettando quello che siamo e vogliamo e non ciò che Lui è, rappresenta il dono più saggio della maternità e un elemento educativo attuale. Collegandomi nuovamente all’evento separativo, a quelle mamme che restano sole, o anche ad altri sistemi familiari incontrati, so che in determinate situazioni di vita quel sentimento di proprietà può emergere in maniera ancora più radicata e prevalere rispetto al percorso di crescita di un figlio. Ecco perché ricordarlo a chi ascoltava ieri sera non è stato, almeno per me, affatto scontato.
Illustrandoci la cura materna, la sua essenza, è citato un ingrediente ossia la “cura particolareggiata”, un concetto potente di dedizione non anonima capace di rendere ogni figlio unico e insostituibile (J.Lacan “E’ sempre amore per il nome”). Credo dovremmo cogliere l’invito di Recalcati il prima possibile ed estendere quel “particolare” ad una società dove tutto corre veloce, dove spesso porre attenzione ha perso valore, perché significherebbe recuperare la raffinatezza di una trama, oggi più che mai necessaria nelle relazioni.
Infine, amando la via umanistica-esistenziale, ho condiviso i riferimenti rivolti al valore di piena presenza (“Eri gentile ma lontana con il pensiero” in Sinfonia d’Autunno), alla preziosità del primo sguardo “sufficientemente buono” da donare a un figlio affinché possa aprirsi al mondo con gioia e fiducia, all’immagine portata come esempio d’amore per i denti radi di un figlio, tornando con la memoria all’esperienza di accettazione incondizionata, eredità lasciata da Rogers, che due Persone sono chiamate a fare quando diventano genitori.
La puntata nonostante la tarda serata ha fatto ottimi ascolti e questo è un bellissimo risultato collettivo. E mi piace pensare che siamo ancora capaci di accogliere e riconoscere la qualità, di interessarci approfondendo, ogni qualvolta ci è offerta l’occasione.
Le prossime tre puntate, sempre il lunedì in seconda serata, saranno dedicate, un tema alla volta, al padre, ai figli, alla scuola.
Aspettiamo anche le vostre riflessioni.