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Lettere, messaggi indignati e petizioni contro la riduzione dell’Assegno Unico ai genitori soli

scritto da Smallfamilies

In data 26 ottobre abbiamo riportato in questo post la storia di Monica -vedova e madre di due minori – che racconta come in questi giorni si sia vista revocare la maggiorazione  prevista per ciascun figlio a carico, percepita regolarmente da marzo a ottobre 2022, poiché  assegnata “per errore” dall’INPS.  Il motivo?  “La maggiorazione è prevista per entrambi i genitori lavoratori”, essendo Monica un  genitore unico non ne ha diritto.

In sostanza, se i due genitori lavorano ottengono la maggiorazione, ma se a lavorare è solo un genitore, perché solo un genitore è presente nel nucleo familiare, questa maggiorazione non viene riconosciuta.

La domanda di Assegno Unico è stata compilata correttamente da Monica che non ha omesso alcuna circostanza e non ha dichiarato nulla di falso. Eppure, oltre alla riduzione della quota spettante vi è anche il rischio di dover restituire la maggiorazione già percepita.

Monica non è la sola a subire questa evidente discriminazione: sono numerose le  famiglie monogenitoriali e monoreddito che in questi giorni stanno ricevendo dall’INPS analoga comunicazione e stanno alzando la loro voce. Basta andare sulla pagina Facebook “Inps per la Famiglia” per trovare decine e decine di richieste  di  spiegazioni su questa scelta iniqua che  si chiede con forza di modificare.

Ora, sul sito ufficiale di Inps, fra le FAQ, la risposta a chi domanda se un genitore unico (vedovo o con figlio non riconosciuto) debba selezionare o meno la voce relativa al diritto di maggiorazione è semplicemente “No”, perché la norma non la prevede.

È stata anche lanciata una petizione per chiedere “che vengano rimessi nell’ assegno unico i 30 euro e che non venga effettuato un conguaglio per i mesi antecedenti a questa loro decisione, anche perché chi ha autorizzato la pratica è responsabile di quello che loro ora imputano a noi come errore”, si legge nel testo della petizione

Con il passare delle ore aumentano anche gli articoli sulla stampa nazionale e locale che riportano storie di genitori unici INDIGNATI. Come il caso della madre che nella sua lettera indirizzata al Presidente Mattarella  scrive: “Quello che mi dispiace è essere considerata un genitore di serie b, non tanto dagli stereotipi, ma dallo Stato italiano, completamente assente per noi. Non esistiamo, non abbiamo alcun tipo di aiuto (…)   mio figlio oggi viene discriminato e io forse peggio, punita, per qualcosa che fatico a comprendere. Ci tolgono 30 euro, che sono tutto perché  sono 30 euro di principio, 30 euro che riconoscono o negano, a me e a mio figlio, pari dignità rispetto alle altre famiglie. Questo sono per me”.

 

Foto di Ratna Fitry da Pixabay

autore

Smallfamilies

"La redazione" del gruppo Smallfamilies aps

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