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Magari. Il sogno di una famiglia perfetta

scritto da Laura Lombardi

Magari è possibile, magari una famiglia ideale – che includa tutte le persone cui si vuol bene – può davvero esistere, magari mamma e papà possono tornare a stare insieme, magari la vita non è così complicata come la fanno sembrare gli adulti, magari chiudo gli occhi e quello che ho creduto di sognare invece è vero. Magari.

Non sempre i titoli – originali – dei film, o dei libri, riescono a farsi portatori di quella suggestione, di quel sentire che spesso sta alla base più o meno consapevole di un progetto, quando un autore/autrice, più che mosso dal desiderio di raccontare una storia, è mosso dall’intento di restituire il sapore, l’odore, la percezione quasi tattile del ricordo di un tempo della vita.

“Magari”, il titolo del primo film di Ginevra Elkann, ci riesce. E la fine degli anni Ottanta è il suo tempo, descritto, dettagliato, suggestionato dalla regista con grande accuratezza e con un raro garbo, che impedisce al tutto di scadere in una leziosa o retorica stucchevolezza cui il cinema italiano cede troppo spesso.

«È un film che guarda al concetto di famiglia, alle fantasie sulla famiglia perfetta che inseguiamo, soprattutto da bambini. Parla di adulti imperfetti, che cercano di fare del proprio meglio, barcamenandosi tra la vita e i sentimenti» Così ha dichiarato Ginevra Elkann l’anno scorso a Locarno, dove il film è stato presentato.

Delicata, accurata, è anche la recitazione dei protagonisti, Riccardo Scamarcio, Alba Rohrwacher e tre superbravi ragazzini, Oro De Commarque, Milo Roussel, Ettore Giustiniani che impersonano tre fratelli, una bambina e due ragazzi fra i nove e i quindici anni, molto legati, i quali solitamente vivono a Parigi con la madre, francese convertitasi alla fede cristiano ortodossa – sulla linea di quella del nuovo compagno russo – e ugualmente devoti.

Il padre dei ragazzi è invece un italiano, incasinato artistoide, sceneggiatore mediocre, inaffidabile e bugiardo. Ma molto bello, simpatico, carismatico e anticonformista autentico.

Come non volergli bene?

Ossia i figli stanno nel campo di attrazione fra i due classici opposti difficilmente conciliabili.

La madre, inaspettatamente di nuovo incinta, decide che i ragazzi devono passare le vacanze di Natale con il padre, che non vedono da un anno, in montagna, in Italia. Così loro arrivano a Roma indossando piumini Moncler e con i Moonboot ai piedi. Ma andranno invece al mare, a casa di un amico, insieme al padre e alla sua co-sceneggiatrice nonché nuova fidanzata.

E la storia di questa vacanza ci viene raccontata con le parole di Alma, la bambina; ci viene raccontata attraverso i suoi desideri, i suoi sogni, ad occhi chiusi e ad occhi aperti, le sue intuizioni, le sue fantasie e la sua freschezza.

I genitori sono spesso gli eroi dei propri figli, comunque essi siano, e il desiderio di Alma è che i suoi genitori perfetti – nonostante tutto – possano tornare ad aggregare la loro famiglia. Perché è questo che lei sogna. La famiglia perfetta (sottotitolo del film), la famiglia ideale. E nel suo ideale i genitori sono il meglio degli adulti che lei abbia conosciuto fino a questo momento. Però, appunto, magari. Magari invece no.

 

“Magari”, dal 21 maggio 2020, è in streaming gratuito su RaiPlay, grazie all’iniziativa La Rai con il Cinema Italiano che, ogni giovedì per otto settimane, proporrà un titolo prodotto da Rai Cinema.

 

autore

Laura Lombardi

Scrittrice, con un passato televisivo. Coordinatrice dell’area culturale ed eventi. Madre separata di una figlia, sono curatrice, insieme con Raethia Corsini, del progetto smALLbooks. Per il sito scrivo per la sezione “Magazine” e “Diario d’Autori”. Condivido con Giuseppe Sparnacci il progetto “Riletture in chiave smallfamily”.

Sono nata nel 1962, scrivo e ho un’unica adorata figlia nata nell’anno 2000. Con Susanna Francalanci ho scritto alcuni libri per ragazzi pubblicati dall’editore Vallardi e il giallo Titoli di coda, per Eclissi editrice. Per parecchi anni ho lavorato come autrice televisiva, soprattutto in Rai, soprattutto con la vecchia RaiTre. Prima ancora c’era stato il periodo russo, quello in cui ho frequentato Mosca, l’Unione Sovietica e la lingua russa.Il canto, la ricerca attraverso il suono e la voce, il tai chi, sono gli strumenti privilegiati con cui mi oriento. Amo camminare, soprattutto nel silenzio denso di suoni dei boschi dell’Alta Valmarecchia, dove ho la fortuna di avere una casa che saltuariamente apro per ospitare incontri, corsi e altre iniziative: Croceviapieve. Vivo il progetto Smallfamilies come parte fondamentale del mio percorso evolutivo.

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