Ciascuno di noi re-agisce ad avvenimenti in maniera diversa e molto personale. È da considerare anche il fatto, perché è un fatto, che non sempre la re-azione che si ha, o alla quale assistiamo, ci soddisfi o ci induca al timore nei confronti di noi stessi o dal fautore della suddetta re-azione. Non è semplice mantenere un equilibrio, ma si può cercare di raggiungere uno stato d’animo che renda sereni e in pace con noi stessi. Questo potrebbe essere l’obiettivo principe da perseguire quando un avvenimento considerato negativo attraversa la nostra vita. Esistono infiniti metodi per arrivare o almeno provare ad arrivare a questo punto, il mio è semplice, ri-elaborare l’accaduto trasformandolo in positività.
Lo faccio e l’ho fatto con mio figlio, oggi 13enne, che appena concluso gli esami di terza media, ma prima di tutto lo faccio con me stesso; in concreto trasformo le parole, invento e immagino il meglio. Un esempio? In un dialogo spiego a Diego:
Cerca di cambiare le parole che potrebbero demoralizzarti: prova a non dire “Errore” ma “Esperienza”, prova a non dire “Difetto” ma “Caratteristica” e così di seguito…
Espediente utile per il nostro cervello è pensare nuovi modi per esprimere un concetto che nasce come negativo.
Riflettere prima, parlare poi, ma in positivo. Ri-elaborando concetti, idee, pensieri ci concediamo l’opportunità di nascere ogni volta a individui nuovi e differenti da ciò che eravamo prima e promuoviamo un uso più ricco e articolato delle parole; così facendo il dialogo tra me e mio figlio diventa più stimolante per entrambi, perché è vero che io sono suo padre e ho 30 anni più di lui, ma è anche evidente che un 13enne, oggi, ha possibilità di maggiori informazioni rispetto alla mia adolescenza, ed è vero che in questa maniera le notizie che ci scambiamo non sono subìte da ciascuno di noi, ma ri-elaborate.
Abbiamo già affrontato, come sapete, la morte della mamma e l’abbiamo ri-elaborata; stiamo attraversando il periodo adolescenziale in tutte le sue caratteristiche ed esperienze e, da papà, ma ancor prima da essere umano, prediligo trasformare concetti, fatti e parole in qualcosa che possa essere di una forma migliore, anche per me stesso, perché ho imparato che semplicemente lo merito.
Tempo fa scrissi questo pensiero:
Sopravvivere Sopra-vivere Vivere sopra Io vivo sopra, se vuoi vieni su, ti aspetto!
È un gioco che faccio ogni volta che sento la necessità d’uscire da alcuni schemi, sento la necessità forte di vedere e ascoltare i fatti, le persone da un’altra prospettiva, migliore se possibile. Naturalmente questa è la mia opinione e a Diego dico:
Non credere a ciò che ti dico in modo passivo, fai esperienza e migliora dove puoi. Poi ne riparleremo”.
Sarà bello avere l’opportunità di poter crescere anche attraverso altre esperienze e punti di vista differenti dal mio, grazie per poterlo fare.
Buona ri-elaborazione!
scritto in collaborazione con Rosaria Moretti