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Regione Lombardia. Esito degli interventi a favore dei genitori separati e divorziati (ma solo se sposati in precedenza)

scritto da Gisella Bassanini

In data  30 settembre 2020 sono stati illustrati  in Commissione Sanità gli esiti della Relazione informativa relativa all’attuazione della legge regionale n. 18 del 24 giugno 2014Norme a tutela dei coniugi separati o divorziati, in condizione di disagio, in particolare con figli minori”, e successive delibere.

Si tratta di un documento che presenta in sintesi come sono stati spesi i soldi destinati a tale finalità, a chi sono stati destinati e quali considerazioni è opportuno fare a seguito degli interventi che hanno riguardato in particolare  la prevenzione e  protezione a sostegno della famiglia e del ruolo genitoriale, la valorizzazione dei servizi dedicati alla mediazione familiare, all’orientamento, alla consulenza legale, psicologica, sociale, educativa genitoriale (rif. art. 4 della legge) e la promozione di  interventi di sostegno abitativo a favore di coniugi separati o divorziati in condizioni di disagio economico (rif. art. 5 della legge).

Ricordo  che tutte le iniziative messe in campo collegate a questa legge escludono i genitori single che provengono da una libera unione e i genitori unici.  Detto in altre parole, aiutano SOLO  chi è stato precedente sposato. Una scelta a nostro avviso fortemente discriminatoria che  abbiamo segnalato anche alla stessa Regione Lombardia come si può leggere qui, senza però mai ricevere alcuna risposta, a riguardo.

 

Cosa emerge da questo documento di valutazione?

Innanzi tutto segnala come il sostegno regionale sia passato dal riconoscimento di contributi una tantum generalizzati, come ad esempio contributi per il pagamento di bollette, spese condominiali, affitto o rata mutuo, estinzione di morosità, a contributi finalizzati ad affrontare un bisogno specifico quale il sostegno di tipo abitativo. In particolare, si è cercato di favorire misure per la prossimità dei genitori alla dimora dei figli.

Le richieste di sostegno avanzate da genitori separati o divorziati a Regione Lombardia da giugno 2018 a febbraio 2020 sono state 1530. Le misure finanziate hanno riguardato il sostegno al disagio e all’emergenza abitativa e interventi di mediazione familiare.

Tabella domande ammesse per ATS e per genere dei destinatari

ATS Domande ammesse Donne Uomini
BERGAMO 213 164 49
BRESCIA 216 166 50
BRIANZA 207 149 58
CITTA’

METROPOLITANA

MILANO

479 312 167
INSUBRIA 165 111 54
MONTAGNA 42 38 4
PAVIA 73 55 18
VALPADANA 135 101 34
Totale 1.530 1.096 434

 

 

Tabella Domande ammesse per età dei destinatari

Fasce di età Donne Uomini Totale
27 -35 anni 85 12 97
36-50 817 265 1082
Oltre 51 anni 194 157 351
Totale 1096 434 1530

 

L’identikit delle persone che hanno fatto richiesta di sostegno, rivela come si tratti nella  stragrande maggioranza di donne (72%), per lo più di età compresa tra i 36 e i 50 anni, con uno o due figli  anche adottivi.

Le domande presentate dai genitori in condizioni di grave marginalità che sono state ammesse sono n. 18, di cui 12 donne e 6 uomini. Questi genitori hanno potuto beneficiare di un contributo biennale quale contributo al canone di locazione nonché della possibilità di partecipare a un progetto personalizzato finalizzato ad accompagnarli in un percorso di inserimento sociale mediante anche un contributo aggiuntivo di € 1,000,00 per un massimo di due anni.

Ci sono poi 7 progetti di adeguamento di alloggi da destinare ai coniugi separati (con il  vincolo di destinazione da 15 a 20 anni solo per questo target). Ad eccezione dei progetti riferiti alla ATS di Pavia, che prevedono entrambi la ristrutturazione di due alloggi,  tutti gli altri i progetti riguardano un singolo alloggio.

Dalla lettura  di questa Relazione  emerge con evidenza la necessità di:

  • estendere tali iniziative a TUTTI  quei genitori  single in stato di bisogno che ora sono esclusi;
  • avere un quadro aggiornato delle profonde trasformazioni che stanno attraversando le famiglie di questa Regione, così come dell’intero nostro Paese, in modo tale da intervenire a sostegno di TUTTE le famiglie monogenitoriali che rappresentano oggi un fenomeno in continuo aumento;
  • monitorare la situazione attuale dei bisogni e delle necessità di TUTTI  i genitori single;
  • identificate misure in grado di affrontare le situazioni di fragilità e criticità che coinvolgono le famiglie monogenitoriali che si andranno a determinare nel prossimo futuro anche a seguito dell’emergenza Covid -19.

 

Foto di AlfredoLissoni da Pixabay

autore

Gisella Bassanini

Docente e ricercatrice, ho una figlia, Matilde Sofia. Coordino le attività di  Smallfamilies aps di cui sono fondatrice e presidente.  Seguo in particolare  l’area  welfare e policy, le questioni legate all’abitare e per il nostro Osservatorio mi occupo dello sviluppo  di  progetti di ricerca sulle famiglie monogenitoriali e più in generale sulle “famiglie a geometria variabile”.

Abito a Milano (città che amo) e, dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano,  ho trascorso molti anni  impegnata  in università (dottorato di ricerca, docenza, scrittura di libri) e nella libera professione (sviluppo di processi partecipativi,  piani dei tempi e degli orari della città, approccio di genere nella progettazione architettonica e nella pianificazione urbana). Ora insegno materie artistiche nella scuola pubblica e continuo nella mia attività di studio e ricerca in modo indipendente. La nascita di mia figlia nel 2001 ha trasformato profondamente (e in meglio) la mia vita, nonostante la fatica di crescerla da sola. Da allora, il desiderio di fare qualcosa per-e-con chi si trova a vivere una condizione analoga è diventato ogni giorno più forte. Da questa voglia di fare e di condividere, e dall’incontro con Michele Giulini ed Erika Freschi, è nata Smallfamilies aps, sintesi ideale della mia storia personale e del mio percorso professionale.

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