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Riconoscimento paterno o no? Storia di Ilaria, come da “manuale”

scritto da Maria Garofalo

Cara Gisella e cara Maria,
niente accade per caso e questa é proprio una bella coincidenza. Qualche sera fa ero sul divano di casa mia con la televisione accesa sul canale Rai, trasmissione TV7 (vedi qui in Dicono di noi,ndr) che seguivo però distrattamente assorta come ero nelle mie cose e pensieri.
Ad un certo punto sento parlare di genitori soli e della vostra associazione Smallfamilies.
E così, in un momento di grande confusione come questo, dove anche le più scontate certezze se ne stanno andando, ho trovato voi. Una speranza concreta. Per questo motivo ho deciso di scrivervi, di raccontare la mia storia per avere da voi anche solo un consiglio, una dritta per iniziare ad affrontare questa brutta situazione, limitandone i danni! Ecco la mia storia.

Mi chiamo Ilaria, ho quasi 40 anni, sono originaria di Pisa e da qualche anno abito fuori città per lavoro. Anni di sacrificio e di impegno.
Quando mi fermavo per fare un bilancio della mia vita, mi ritenevo soddisfatta ma con una mancanza enorme che qualche volta diventava una voragine. Un giorno di un paio di anni fa incontro Federico, fin dalla prima chiacchierata parlammo del mio grande sogno di avere dei figli, specialmente delle femmine! Non ne ho mai fatto segreto. Tra alti e bassi la storia è andata avanti fino a un momento di rottura durato un paio di mesi….quando lui è tornato con la coda tra le gambe, ha tirato subito fuori l’argomento figli. Abbagliata dal desiderio di diventare mamma, ho accettato.
Ognuno ancora viveva a casa sua ma con la convinzione che non appena fosse arrivato il piccoletto avremmo scelto dove vivere insieme. Federico è per metà italiano e per metà appartiene al mondo arabo. Durante le vacanze rimango incinta. Grandi festeggiamenti alla notizia!!! Cerchiamo casa insieme che troviamo velocemente. Se non che il sogno finisce presto, più veloce di quanto si immagini. Una discussione fa crollare tutto e lui decide di farla finita, di non provarci neanche a convivere. Intanto la pancia cresce, noi siamo uno qua e uno là, i contatti sono rari. Lui insiste per riconoscere il bambino e dà per scontato che ciò avverrà. Io non ne sono più convinta come lo ero prima, i dubbi mi assalgono.
Farglielo riconoscere o no? E se no, lui cosa potrà fare? Cosa perdo e cosa guadagno? Posso evitare di dargli la cittadinanza straniera? Posso decidere di tornare a Pisa se credo che questo mi aiuterà nella gestione del bimbo, visto che qui dove ora abito conosco poche persone? Quale è la cosa più giusta da fare per me e per mio figlio?
In un attimo il mondo ti crolla addosso, non ti spieghi come possa accadere proprio a te. Non capisci più con chi hai avuto a che fare. Lui che si disinteressa di averti fatto cambiare casa, pianificato un figlio, deciso di creare famiglia e poi, bum, sparisce quasi nel nulla. Riuscirò coi soldi ad arrivare in fondo al mese? Riuscirò a conciliare bambino e lavoro?
Grazie, Ilaria

P.s.: è femmina!!!!!

Cara Ilaria,
so che la scelta di diventare una small family non è facile e hai tutta la nostra solidarietà. Come posso aiutarti se non rispondendo sollecitamente alle tue domande?
Riguardo al riconoscimento, ci sono i pro e i contro. È certo positivo che il figlio abbia un padre e che questi possa contribuire alla sua istruzione, al mantenimento, all’educazione, ecc. È però altrettanto vero che se dimostra sin da ora disinteresse, è probabile che non sia il padre che ti aspetti per tua figlia. Dovrai pertanto stare attenta. Solo tu puoi valutarne l’attendibilità e la maturità. Se il suo atteggiamento non ti convince, ti consiglio di non farlo riconoscere, rimanendo in attesa che lui agisca giudizialmente per il riconoscimento.
Cosa si perde e cosa si guadagna… con il riconoscimento qualsiasi decisione importante (battesimo, scelta della scuola, scelta religiosa,ecc.) deve essere fatta concordemente. In assenza di riconoscimento sarai solo tu a decidere. In quest’ultimo caso non potrai però contare sul contributo al mantenimento della piccola.
In caso di riconoscimento, e vista la tua situazione, è assolutamente sconsigliabile la doppia cittadinanza.
Il trasferimento a Pisa lo potrai fare solo se il bambino non è riconosciuto; in caso contrario il padre di tua figlia dovrà dare il consenso (salvo tu non lo faccia prima della nascita e, comunque, prima del riconoscimento).

Come vedi non esistono soluzioni definitive. Dovrai decidere in base alle tue priorità e necessità.

autore

Maria Garofalo

Avvocata del Foro di Milano e madre di un giovane uomo, mi occupo da tempo di diritto di famiglia e di minori. Ho seguito un corso di psicologia, che si è rilevato un ottimo strumento per sondare quel vissuto di maltrattamenti e violenze di solito taciuti dai soggetti più deboli. Faccio parte della rete dei servizi convenzionati con l’associazione Smallfamilies®.Già autrice del racconto “Un Natale particolare” per l’antologia smALLchristmas, per questo sito scrivo su questioni relative al diritto di famiglia.

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