“Leopoldl è affascinante!” (24 febbraio 1787)
Tre parole, come una sintesi illuminante del rapporto che Leopold Mozart ebbe con suo nipote, figlio di Maria Anna Mozart sua figlia, detta Nannerl. Nannerl era la sorella, maggiore di quattro anni e mezzo, del ben più celebre Wolfgang Mozart. Delle 95 lettere che il padre scrisse a Nannerl dal momento che, dopo averlo partorito, lei lasciò il bambino nella sua casa, non ce n’è praticamente nessuna in cui Leopold Mozart non dia notizie del nipote. Dalla prima del 2 settembre 1785 all’ultima del 10 maggio 1787, scritta diciotto giorni prima della morte.
“Tanto la tua partenza mi ha rattristato, quanto l’intera mia giornata è stata rallegrata dalla compagnia di Leopoldl. Bacio di cuore il mio signor figlio e lo prego di non farsi nessuna preoccupazione a proposito del principe delle Asturie(ovviamente l’attribuzione è riferita al neonato), così come spero che tu avrai piena fiducia nelle mie cure e nella mia attenzione per lui, visto che sapete quanto io ami questo bambino. Oggi è stato molto più socievole e allegro di ieri – ieri, tu lo sai, non piaceva per niente né a me né a tutti voi. Ma questo pomeriggio ha di nuovo gli occhi freschi e dorme calmo e sereno. Insomma ! Sono di nuovo del tutto tranquillo e mi piacerebbe tenerlo con me tanto a lungo finché potrò ricondurlo per mano a Sankt Gilgen, ma dovrei vivere ancora 10 anni, e allora sarebbe Leopoldl che mi condurrebbe e non il contrario.” (2 settembre 1785).
Nannerl si sposò il 23 agosto 1784, tardi per i canoni dell’epoca. Aveva infatti trentatré anni. Sposò il barone Johann Baptist Franz von Berchold zu Sonnenburg, che era rimasto già due volte vedovo e che dai precedenti matrimoni aveva cinque figli.La maggiore aveva tredici anni, l’ultimo due. Nannerl andò ad abitare nella casa del marito a Sankt Gilgen, 30 km lontana dalla casa del padre in Salisburgo. Da Sankt Gilgen a Salisburgo a quell’epoca necessitavano circa sei ore di viaggio in carrozza per coprire la distanza.
Nel primo anno di matrimonio Nannerl rimase incinta e il 3 giugno 1785 tornò nella casa paterna per partorire il suo primogenito, che nacque il 25 luglio. Il primo settembre, quando il neonato aveva poco più di un mese, Nannerl tornò nella casa del marito. E lasciò il neonato a suo padre, che visse con il nonno per quasi due anni. Nei suoi ultimi due anni di vita Leopold Mozart costituì così una smallfamily con il primogenito di Nannerl. Il neonato aveva ricevuto lo stesso nome del nonno. Nelle lettere sarà sempre chiamato Leopoldl, un diminutivo di Leopold, come a dire Leopoldino.
Della famiglia Mozart è stato conservato un corposo epistolario (ben 826 lettere) che può essere letto come il racconto, per brevi capitoli cronologici ma continui, di questa famiglia. Le lettere conservate sono soprattutto scritte dal padre Leopold ad amici di Salisburgo, al figlio Wolfgang, alla moglie e alla figlia Maria Anna. In misura percentuale significativamente molto minore sono le lettere scritte da Wolfgang al padre, alla sorella o ad altri; dalla madre Anna Maria al marito Leopold e da Nannerl al padre o al fratello. L’epistolario è comunque una cospicua fonte di informazioni per ogni biografia dei componenti la famiglia Mozart.
Dal 2011 finalmente tutto l’epistolario mozartiano, in tre volumi, è disponibile anche in traduzione italiana (Tutte le lettere di Mozart. L’epistolario completo della famiglia Mozart, 1755 – 1791, a cura di Marco Murara, Zecchini Editore, Varese, 2011).
Nella sterminata bibliografia di Wolfgang Mozart relativamente poche sono le notizie che riguardano la sorella. Maria Anna Walpurga Ignazia Mozart, nata il 30 luglio 1751 quattro anni e mezzo prima di Wolfang, riceve attenzione dai biografi soprattutto per la partecipazione alle esibizioni musicali infantili con suo fratello. Esibizioni musicali che si concretizzarono soprattutto nei viaggi che i Mozart fecero a Vienna e in un lungo viaggio di tre anni e quattro mesi che li portò (fra le molte altre città) anche a Parigi e a Londra. Poi l’attenzione dei biografi si rivolge tutta a Wolfgang Amadeus Mozart. Nannerl sparisce dalle biografie di Wolfgang o vi appare solo in parte minima.
La lettura dell’epistolario ci conferma che Nannerl era, anche lei, una musicista molto dotata. Clavicembalista / pianista e cantante, aveva condiviso con il fratello una stagione di successi durata fintanto che era bambina e adolescente. Capace di leggere a prima vista partiture complesse e di improvvisare col fratello su temi offerti dagli ascoltatori, condivideva con Wolfgang valutazioni e giudizi sulla musica del tempo. La sua visibilità pubblica si interruppe quando divenne donna. Da allora la musica fu eseguita da lei solo in sede privata. Destinata a diventare moglie e madre, si limitò a insegnare pianoforte a fanciulle di nobili famiglie e ad eseguire solamente in casa la musica del fratello o di altri. Spesso insieme al padre Leopold.
A Londra, in una delle tappe del lunghissimo viaggio durato più di tre anni, i fratelli Mozart incontrarono uno dei figli di Johan Sebastian Bach. Il Bach londinese si chiamava Johann Christian, era il musicista di corte e riconobbe, apprezzandole, le doti musicali dei due fratelli. Di Nannerl, il padre, supportato probabilmente dal giudizio di Johann Christian Bach, scrisse a un amico di Salisburgo “Basti dire che mia figlia è una delle pianiste più abili d’Europa, benché abbia appena 12 anni”. Di anni Nannerl ne aveva almeno tredici (il padre tendeva ad abbassare l’età dei figli per presentarli come bambini prodigio), ma il giudizio rimane comunque inalterato. Ritornati a Salisburgo Nannerl fece ancora un viaggio a Vienna (l’ultimo) con il fratello, dove i Mozart trovarono una terribile epidemia di vaiolo. I due fratelli contrassero la malattia e si salvarono a stento. Tornati a Salisburgo da questo viaggio nel gennaio 1769, Nannerl non fece più viaggi musicali. Aveva ormai diciassette anni e mezzo e la sua visibilità di musicista virtuosa si interruppe. Il fratello o con il padre o con la madre fece invece altri viaggi e si affermò come il musicista più famoso della sua epoca.
Dal momento che Leopoldl rimane nella casa del nonno, le lettere a Nannerl hanno cadenza mediamente settimanale e sono piene di notizie del piccolo, di moltissimi particolari della vita personale di Leopold e degli avvenimenti, soprattutto musicali, di Salisburgo. E quasi tutte le lettere cominciano con la frase Leopoldl sta bene, grazie a Dio. A noi rimane così una ricca documentazione del rapporto di Leopold con questo nipote e delle fasi di crescita, malattie e progressi di Leopoldino. Il nonno Mozart è pieno di affetto e sempre sollecito verso il bambino. E’ vedovo ed è coadiuvato nella sua opera da una bambinaia che viene chiamata Nandl e dalla cuoca Thresel. Dalle lettere si compone davanti alla nostra immaginazione la vita nella casa salisburghese del nonno Mozart che ruota intorno al nipote insieme a quella delle due donne. E si avverte sempre il grande amore di cui il piccolo è circondato. La cuoca Thresel completamente innamorata e asservita ai suoi capricci, la bambinaia Nandl molto sicura di sé e tiranna nei confronti di Thresel, alla quale “concede” le cure del bambino in cambio di favori. “E’ un miracolo che Thresel e Nandl s’intendano così bene. Thresel è talmente innamorata di Leopoldl che fa di tutto, sopporta tutte le parole scortesi, lava, corre, accetta tutti i lavori; … quando il bambino dorme, sbriga le faccende per lei, se deve uscire, etc., etc. Insomma! Thresel fa di tutto per amore del bambino! Canta e gioca con lui … serve il pranzo a Nandl e le cede tutto solo per stare con Leopoldl.” (14 ottobre 1785)
Il bambino cresce in questo clima di grande affetto, preannunciato già, nella lettera del 2 settembre sopracitata, in un post scriptum specificamente indirizzato al marito della figlia. “Carissimo signor figlio! Voglio pregarvi ancora una volta di non farvi alcuna preoccupazione circa il bambino, – non bisogna mai precipitare le cose: avete 5 bambini da voi, – il 6° è qui in buone mani finché prenderete una decisione … se il mio signor figlio vuole lasciarmi qui Leopoldl, sarà un piacere per me prendermene cura e voi riceverete il bambino (se Dio gli concede la vita) già cresciuto, come dicono le domestiche da queste parti, quando avrà già nove mesi … Va da sé che sarò lieto di fare tutto a mie spese …”
A noi appare strano che Nannerl lasci il suo primogenito al nonno. Possiamo ipotizzare che lei dovesse già occuparsi dei cinque figli del marito e quindi avere già una situazione pesante da gestire. Non sappiamo d’altronde niente del suo desiderio di avere vicino un figlio suo. Ma possiamo pensare anche che all’epoca i figli ricevessero una considerazione diversa dall’attuale. Nascevano molti figli in una famiglia e pochi sopravvivevano. L’atteggiamento mentale verso i nuovi nati era quindi forzatamente diverso dall’attuale. Ci si aspettava più che un figlio morisse piuttosto che sopravvivesse. E quindi in qualche modo si sospendeva l’affetto pieno a un’età nella quale si poteva con maggior ragione sperare che i figli rimanessero in vita. L’altro aspetto che può aver influito sull’affidamento al nonno è forse il grande legame che padre e figlia avevano tra loro. Lei si allontanava dalla casa del padre ma gli lasciava il ambino come un compenso affettivo. Come un regalo. A noi che non sapremo mai i veri motivi, rimane traccia dell’evidente dedizione del nonno al nipote e della sua assunzione in pieno della funzione genitoriale. Tramite il corposo susseguirsi delle lettere possiamo seguire la vita del piccolo Leopoldl e del rapporto che il nonno costruisce con lui in quei primi due anni del bambino.
Le lettere del nonno Mozart alla figlia sulle condizioni e sullo sviluppo del piccolo Leopold potrebbero suddividersi per aree tematiche a seconda che diano notizie riguardo il benessere del bambino, le malattie, l’alimentazione, lo sviluppo motorio, il controllo degli sfinteri, le aspettative “musicali” del nonno, l’educazione alla preghiera, i rapporti “socializzanti” con le figure familiari o extrafamiliari.
Dello stato di malattia di Leopoldl il nonno comincia a dare notizie già una settimana dopo la prima lettera, per l’apparizione del mughetto (la candida albicans) che appare nel cavo orale del bambino e che occuperà le notizie per almeno 20 giorni (dal 9 al 29 settembre 1785). “Questo pomeriggio Leopoldl è molto agitato a causa del mughetto; non vuole dormire, mentre di solito lo fa per 3 o 4 ore senza muoversi. La bocca e la lingua sono tutte bianche, per cui egli sente male …” Di seguito alle notizie della malattia si premura, come se avesse paura che il bambino gli sia portato via, di riconfermare che tiene volentieri il bambino. “Tengo il bambino molto volentieri. Mi è sempre sembrato impossibile che 6 bambini possano stare tutti insieme, quando uno di loro ha 6 settimane e Karl è nell’età in cui non solo bisogna badare che non si faccia un buco nella testa o non si rompa un braccio o una gamba, ecc., ma bisogna anche fare attenzione perché non diventi testardo, cattivo o maleducato, per cui poi si possa correggerlo solo con difficoltà. Sarebbe davvero un peccato!” Annunciando la fine del mughetto, tiene a precisare che la salute dei bambini è sempre molto precaria e che “ … se ci si sbaglia, se non si trova la causa della malattia, e se di conseguenza non si trovano i rimedi per combatterla, essi possono morire velocemente. Ma se si può aiutarli, si rimettono rapidamente. Del resto, bisogna essere preparati al fatto che ai bambini capita continuamente qualcosa. Basta! Ora Leopoldl, Dio sia ringraziato, sta di nuovo bene.” (29 settembre 1785)
Le malattie di cui ci informa Leopold sono soprattutto quelle che si susseguono durante il primo anno di vita del bambino. Oltre il mughetto: coliche, crampi, eritemi da malattie esantematiche (non meglio precisabili) e quelle malattie attribuite all’eruzione dei denti. Tutte felicemente risolte. Il bambino è comunque descritto, anche durante gli stati morbosi, sempre come fondamentalmente tranquillo, sereno, sorridente. Un bambino sereno in maniera tale da far pensare a un bambino i cui bisogni emotivi fondamentali sono pienamente soddisfatti. “Leopoldl è, Dio sia lodato, in eccellente salute e non sa fare altro che pisciare, cagare e rigurgitare allegramente. Se il proverbio ‘bambini che rigurgitano, bambini che sopravvivono’ è vero, egli non corre alcun pericolo”.
Ci sono le notizie sulla dentizione di Leopoldl, contornate da tutta quella serie di credenze ancora oggi presenti riguardanti la dentizione. “ … tutti pensano che presto gli spunterà un dente, giacché si gratta sempre con entrambe le mani la bocca, morde e rosicchia, – certi giorni ha la cosiddetta diarrea da dentizione con febbre che sparisce subito. Per il resto è allegro e gioca con le vecchie carte dei tarocchi.”
Il piccolo Leopoldl ha l’affetto anche di amici di famiglia. Il nonno Mozart non vive isolato. Partecipa attivamente a tutta la vita culturale di Salisburgo (e ne dà dettagliate notizie alla figlia). Di questa vita e delle amicizie che vi intrattiene, ne fa parte anche il piccolo nipote. “ Questo pomeriggio è venuto a trovarmi il signor von d’Ippold; non posso descriverti il suo piacere e il suo divertimento a stare con Leopoldl! E’ rimasto più di un’ora con il bambino, ha chiacchierato, riso e giocato con lui; e poiché il bambino non lo conosceva, lo guardava con attenzione, rideva e faceva ogni sorta di smorfie. – Insomma! Il signor von d’Ippold, che fa i suoi ossequi ad entrambi, si è divertito molto.” (11 novembre 1785). Leopoldl a quella data aveva tre mesi e mezzo e solo l’amore di nonno permette a Leopold di affermare che aveva “chiacchierato” con questo von d’Ippold! Comunque questo signore, che si chiamava Franz Armand, rimarrà molto affezionato al bambino e lo andrà a trovare spesso, prendendosene direttamente cura quando Leopold farà un viaggio di qualche giorno a Monaco.
Una piccola annotazione: Leopoldl cresce con le cure attente e amorose di uomini, in un’epoca nella quale queste cure erano offerte quasi esclusivamente da donne.
In una lettera del 29 dicembre 1785, Leopold dà notizia che il piccolo “ … fa la cacca e la pipì seduto su un grazioso vasetto di ceramica ed è capace di ridere e chiacchierare straordinariamente spesso.”A noi colpisce, come cosa straordinaria, non tanto il fatto “di ridere e chiacchierare straordinariamente spesso”, quanto piuttosto il fatto che appena a cinque mesi Leopoldl sia già capace di stare sul vasino! Vorremmo sapere di più: stava sul vasino a sedere da solo o era sorretto da qualcuno? Perché nel primo caso il bambino avrebbe avuto un precoce controllo motorio. Stare seduti senza sostegno o appoggio è infatti una conquista del sesto mese almeno. Ma anche mettere il bambino sul vasino a cinque mesi per controllare gli sfinteri è, dati i nostri standard odierni, molto precoce. Comunque l’educazione al controllo degli sfinteri deve essere stata una preoccupazione costante in casa del nonno Mozart se a un anno e poco più di quattro mesi Leopold può affermare: “La cosa più stupefacente è che non fa mai la pipì a letto durante la notte.”(8 dicembre 1786).
Leopold comincia assai presto a sperare nelle qualità di musicista del nipote. L’undici novembre 1785, quando il piccolo ha solo tre mesi e mezzo scrive: “Non posso mai guardare la mano destra del bambino senza emozione. Il pianista più abile non può appoggiare la mano sulla tastiera in maniera più elegante di come lui la tiene sempre; quando non muove le dita, esse stanno appoggiate come per suonare con la manina tondeggiante, e quando dorme, la sua manina sta appoggiata come se le dita fossero posate su una tastiera, rilassate e piegate in maniera corretta. Insomma! Non si può vedere niente di più bello … desidererei che egli avesse almeno 3 anni, giacché penso naturalmente che allora potrebbe già suonare.” Leopold sembra desiderare di avere un altro Wolfgang in famiglia, da far diventare un grande musicista! C’è da dire che la stragrande maggioranza dei bambini posa la mano paffutella, a tre mesi e mezzo, come un abile pianista. A sei mesi (28 gennaio 1786) Leopold seguita a riconoscere nel nipote qualità musicali. A dire il vero è commovente come “voglia” riconoscere tali qualità. “Leopoldl sta bene ed è allegro. Non gli ho ancora fatto sentire il violino. Ho però fatto una prova con il candeliere di ottone, battendo sulla coppa con un piccola chiave, pianissimo e poi forte, e cantando. E’ diventato subito molto attento e ha smesso di dimenarsi, di modo che non mi lasciava più con lo sguardo, ma non muoveva né i piedi né le mani, e neppure le dita, mentre di solito non smette di agitarsi e in un minuto si tira via le calze che a mala pena si riesce a mettergli.” Tanto questa volta che in successive, le prove della “musicalità” di Leopoldl non sono affatto specificamente determinanti. Ci appaiono piuttosto come aspettative del nonno che vorrebbe vedere anche nel piccolo i segni del genio musicale dei suoi due figli. Il figlio di Nannerl musicista non lo diventerà affatto. Comunque è da sottolineare la grande attenzione che il nonno Mozart ha nei confronti dei comportamenti del nipote, che ci permette di immaginare in maniera così viva quel bambino di sei mesi!
Sulla qualità uditive del bambino Leopold ritornerà più volte. Sempre sottolineandole come fossero fuori dell’ordinario, mentre a noi risuonano perfettamente normali. Speranze e amore di nonno! A dieci mesi (18 maggio 1786) “Adesso Leopoldl ha fatto anche qualche visita. Poiché il signor d’Ippold sapeva che lo portavamo a passeggiare nel giardino, è venuto ad invitarlo formalmente. Nandl l’ha preso in braccio, lui si è fatto portare nella sua stanza e gli ha dato un biscotto. Ieri l’ho fatto portare dalla signora Hagenauer e tutti sono stati molto contenti di vederlo, giacché non è timido, non piange ma ride e balbetta come un capretto. Tutti sono innamorati dei suoi grandi occhi blu, freschi e vivi, e tutti notano che il bambino vede e sente tutto; – e se qualcuno si schiarisce la voce, si soffia il naso, comincia a parlare, fa un passo, si muove in maniera inaspettate, etc., insomma tutto ciò che sorprende l’occhio e l’orecchio nella stanza o per la strada, egli gira subito la testa e gli occhi con una rapidità straordinaria verso il luogo da dove proviene il suono.” A un anno e mezzo (14 dicembre 1786) “Leopoldl è in buona salute e canta dietro alle note”: non ci dice però se canta intonato!
E poi riesce a trovare anche somiglianze del nipote con se stesso per la preferenza verso l’altro sesso: “Leopoldl preferisce davvero la compagnia delle bambine vive a quella delle bambole. Non gli piace affatto Salomé Musch, che Thresel gli ha tirato giù dalla soffitta: la getta via, mentre è sempre gentile con le bambine. Che assomigli dunque … a suo nonno? – La cosa è del tutto naturale!”
Il 17 novembre 1786 scrive alla figlia, scandalizzato, che Wolfgang gli aveva chiesto di prendersi cura dei suoi due figli, dovendo fare un viaggio a Londra. “Oggi ho dovuto rispondere a una lettera di tuo fratello, per la quale ho scritto davvero molto, per cui posso scriverti pochissimo … Puoi facilmente immaginare che ho dovuto scrivere una lettera molto ferma, dato che lui mi propone nientemeno che di prendere in custodia i suoi due bambini, giacché a metà della quaresima vorrebbe fare una viaggio in Inghilterra passando per la Germania, etc. – ma io ho risposto per bene e ho promesso di mandargli la continuazione della mia lettera con la prossima posta. Poiché il bravo e onesto ritrattista signor Müller ha tessuto a tuo fratello le lodi di Leopoldl, per cui egli ha appreso che il bambino è da me, cosa che non gli avevo mai scritto. A lui o forse a sua moglie è venuta questa bella idea. Certo non sarebbe male, potrebbero viaggiare tranquillamente, – potrebbero morire, – potrebbero restare in Inghilterra, – potrei correre dietro a loro con i bambini, etc., o dietro al pagamento che mi propone per le domestiche e i bambini, etc. – Basta! Le mie scuse sono forti e cariche di insegnamenti, se vuole approfittarne.” Tutto questo suona come una rivalsa. Hai voluto questa moglie? Allora ora ti tieni lei e i figli! E c’è anche l’accenno al fatto che forse l’idea è venuta alla moglie. E ci sono tutti i sottintesi del tipo: tu buona figlia hai tutti i diritti, anche quello di lasciarmi un tuo figlio. Lui no!
Una buona parte delle notizie riguardanti Leopoldl concerne i progressi del linguaggio che seguono la canonica apparizione dei primi suoni vocalici, poi sillabici che precedono le prime semplici parole. “In questi giorni, quando la luna si leva e splende nella sua camera, egli pretende che lo si tenga continuamente alla finestra e grida man, man (in tedesco la luna è mond)” (8 dicembre 1786). Il 4 gennaio 1787 “Leopoldl che è assai allegro, non grida altro che mo, mo ogni volta che vede un piatto, giacché quello che preferisce in assoluto sono le carote (möhren in tedesco) … Dice chiaramente a e b. Così gli insegno a pronunciare le lettere per gioco, non in ordine alfabetico ma provando quelle che riesce a pronunciare più facilmente.” Nella stessa lettera appare anche per la prima volta l’educazione di Leopoldl alla religione “Quando si parla di Dio e gli si chiede: hai già detto le preghiere? Indica subito il grande crocifisso sopra la porta e comincia a pregare bla, bla, bla! etc.” I progressi linguistici di un mese dopo sono: “Ecco le sue parole: Nana – Nandl.Bü – Büchl (libretto), per leggere. Mo – Möhren (carota). Ge – Geld (denaro). Wa – Wagen (vettura), per andare a spasso, etc.”
Leopold ci presenta anche scene del piccolo teatro familiare “ … quando non vuole andare a letto la sera: gli dico che vado io a coricarmi sul suo letto e mi dirigo verso la sua camera; – allora lui si mette a correre, mi sorpassa, e quando è coricato ride forte di gioia per avermi sconfitto.” (12 gennaio 1787). O ci apre spiragli sulla sua figura di educatore uomo rispetto a quella delle donne che si occupano del bambino “ … obbedisce solo se sente pronunciare il mio nome.” (9 febbraio 1787)
L’ultima lettera del nonno Leopold è del 10 maggio 1787. Anche in questa assicura che Leropoldl sta bene e che manda baci alla madre. Morirà dopo diciotto giorni il 28 maggio.
Devo confessare che mi dispiace sinceramente di non aver trovato successive notizie più dettagliate riguardo al piccolo Leopold e alla sua crescita. Si sa solamente che visse fino al 1840. E che non diventò un musicista, come invece avrebbe desiderato il nonno.
Mi rimane un’ultima domanda: chissà come sarà stata per il piccolo Leopold l’entrata nella sua famiglia “naturale e legittima”, dove sicuramente non sarà più stato il piccolo principe delle Asturie, coccolatissimo e unico interesse di nonno, bambinaia, cuoca e amici.