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I miei genitori non hanno figli

scritto da Raethia Corsini

I miei genitori non hanno figli è il titolo di un libro. Un libro lieve, divertente e corrosivo. È scritto da un figlio, ça va sans dire, e in più figlio unico di genitori separati. Marco Marsullo, l’autore, classe 1985, non fa mistero che le 144 pagine del romanzo siano autobiografiche. E si sente, specie nelle parti più struggenti dove fa capolino tutto l’affetto teneramente disincantato che un figlio diciottenne – quasi diciannovenne – (questa l’età dell’io narrante che resta senza nome) può provare verso una madre in preda ai rancori e un padre preda del mito della forza e del silenzio.

Si legge alla pagina 16:

[…] Eh, auguri mamma. Vorrei farti davvero quello più grande: ti auguro di dimenticare. Di allontanarti da certe cose, ché gli anni sono passati, non sono più una ferita da rimarginare con l’acqua ossigenata. La voragine si è chiusa, lo vedo io da qui, la vita è andata avanti, va avanti comunque, anche se noi non lo vogliamo. È andata avanti per me, che negli ultimi sei anni non ci ho capito molto. È andata avanti pure per te. Lo so che non c’è giorno in cui tu non ti corroda, quando fingi di essere viva nei tuoi corsi di yoga, pilates, nelle tue escursioni per parchi naturali. Con i tuoi compagni, che cambi fingendo la noia, solo perché non sono la tua prima scelta. La tua generazione era programmata per una scelta e una soltanto, promessa indissolubile con sé stessi, per la quale si sono fatti debiti, economici e morali, con il futuro. […] Lo so, e per questo ogni volta che ti vedo brindare alla salute di chi la salute te l’ha strappata via, vorrei solo darti un bacio sulla fronte, spegnerti quel sorriso elettrico che hai stropicciato sulla faccia e dirti di slacciare le cinture, è finita. Per me è a posto così. Dovrebbe esserlo anche per te, ormai. […]

E a pagina 28, raccontando del tempo trascorso con suo padre, scrive:

[…] Io e mio padre non abbiamo un cazzo da dirci, è un dato di fatto. Nessuno dei due lo ammetterebbe davanti all’altro, ma è evidente. Senza rami da potare, qualcosa da rimettere a posto, un termosifone che perde, siamo due signori che si incrociano nella sala d’aspetto di odontoiatria. Si scambiano un saluto, un paio di sorrisi, si passano le riviste quando hanno finito di sfogliarle. Al massimo può partire un discorso sul calciomercato, se sono di buon umore entrambi, ma di più è difficile. Perciò non mi meraviglio quando arriva la domanda: -Ti va di vedere i filmini della Lettonia? – ma il sorriso che la accompagna, che si apre sul volto di mio padre come la coda di un pavone, per me è paralizzante. […]

I miei genitori non hanno figli è un libro che noi di Smallfamilies® accogliamo con piacere perché, come dimostra la nostra collana editoriale dedicata alle famiglie in trasformazione nata un anno fa dove si dà spazio anche alla voce di molti figli di tutte le età, sono i figli a trovarsi in mezzo alle questioni tutte private tra due adulti. O tre, o quattro o sei…o uno, secondo la geometria famigliare. E la loro “versione dei fatti” non può che essere un arricchimento nella composizione del quadro delle famiglie in trasformazione.

Marco Marsullo dà voce “al figlio” e lo fa con talento di scrittore (già evidente e riconosciuto da pubblico e critica nei suoi due precedenti romanzi (Atletico Minaccia Football Club e L’audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache, entrambi Einaudi Editore) usando come pretesto narrativo le vicende di un quasi diciannovenne alle prese con la scelta della facoltà universitaria e poi con le paure dei primi esami e mette così in fila scorci di vita quotidiana, pensieri e omissioni, emozioni, smottamenti fisici o dell’anima, che tiene insieme con ironia e belle metafore, per svelare senza remore né rancore, la fragilità tutta umana che pervade il mestiere di genitori. E di quello di figli, come si legge nel risvolto di copertina:

“Dicono che fare il genitore sia il mestiere piú difficile, ma nessuno ricorda mai che fare il figlio non è proprio una passeggiata. Soprattutto quando hai diciott’anni e i tuoi genitori pretendono tu sappia già scegliere cos’è meglio per la tua vita, anche se la loro non sembra esattamente quella che avevano immaginato. E allora li osservi muoversi in quel microcosmo fatto di amicizie che possono tornare utili, di colleghi che hanno solo figli geniali, al contrario di te, di solitarie battute di caccia in Lettonia e turn over di fidanzati, e quasi ti arrendi all’idea che sarai proprio tu il loro ennesimo fallimento”.

E però I miei genitori non hanno figli non è solo un J’accuse ai genitori mai diventati adulti, è anche un romanzo di formazione nel quale Marco Marsullo propone riflessioni non del tutto comode. Tipo: nella vita, esattamente come nelle famiglie, anche se sghembe come in realtà sono tutte le famiglie, bisogna adattarsi «l’uno alla forma sbagliata dell’altro per non sparire del tutto».

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nella foto l’autore Marco Marsullo

autore

Raethia Corsini

Giornalista, autrice, consulente di comunicazione. Figlia di smallfamily, sposata, childfree ma con un numero imprecisato di "figli che mi adottano" e zia di due bimbe bionde alle prese con due genitori separati, per Smallfamilies® sono responsabile di linea e contenuti editoriali del sito, referente per la stampa e sono curatrice, insieme con Laura Lombardi, del progetto editoriale smALLbooks.

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