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Assegno ai separati con figli: cosa non ha funzionato e perché

scritto da Smallfamilies

È stato un flop il “Fondo di solidarietà a tutela del coniuge in stato di bisogno” messo a disposizione dallo Stato alle persone separate con figli (per la maggioranza madri) alle prese con l’ex partner che per diversi motivi non versa l’assegno di mantenimento.

In pratica, se l’ex coniuge è inadempiente l’altro chiede il pagamento della quota mensile allo Stato che poi si rivale su chi avrebbe dovuto pagare e non l’ha fatto.

Sui 750 mila euro stanziati dalla legge di stabilità del 2015 per gli anni 2016 e 2017 ne sono stati utilizzati solo 12 mila euro. L’assegno statale è stato percepito soltanto da 3 donne.

Una delle ragioni risiede nella difficoltà di rispondere ai requisiti necessari:

Tanto per cominciare si può ottenere soltanto se si è formalmente separati. Non possono chiederlo i divorziati né chi esce da una coppia di fatto. E poi il requisito fondamentale è avere dei figli o minorenni, oppure maggiorenni ma con gravi disabilità. Non sono ammessi i separati senza figli e sono escluse anche le coppie che hanno figli ma non sono sposate.
Per essere chiari: una donna con figli minorenni nati fuori dal matrimonio non ha diritto all’assegno dello Stato, anche se le sue condizioni di bisogno risultano identiche a quelle di una donna sposata che ha avuto figli da suo marito (lei sì che avrebbe diritto ad attingere al Fondo). Con tanti saluti al principio che, dal punto di vista dei diritti, equipara tutti i figli, che siano nati o no da un’unione basata sul vincolo matrimoniale. E infine: zero possibilità anche per chi ha figli maggiorenni senza problemi di salute, non importa se non sono ancora indipendenti economicamente.

Per saperne di più su cosa non ha funzionato e perché, vi suggeriamo di leggere l’articolo di Giusi Fasano , dal quale abbiamo tratto il brano sopra pubblicato

 

Foto di martaposemuckel da Pixabay

autore

Smallfamilies

"La redazione" del gruppo Smallfamilies aps

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