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Chi sono i genitori soli? Vecchia e nuova monogenitorialità

scritto da Francesca Rufini

I genitori soli sono cambiati: in questo post parliamo della prospettiva italiana ed europea tra vecchia e nuova monogenitorialità. Già qualche anno fa, su questo stesso portale, ci si era interrogati sulla definizione di “famiglia monoparentale” e, in particolare, sulla sussistenza o meno di una definizione giuridica e/o comunque universalmente condivisa, che identificasse e distinguesse in modo inequivoco le famiglie in cui il genitore unico fosse tale per motivi diversi dalla vedovanza o dalla separazione o dal divorzio. La domanda si pone, in particolare, per le famiglie composte da un genitore single con figli naturali (come per esempio le madri lasciate dal partner prima della nascita del figlio che quindi porta il nome della mamma, o genitori rimasti soli ad occuparsi dei figli per l’allontanamento/abbandono dell’altro genitore per i più svariati motivi) o adottivi, oppure nati con metodi di fecondazione artificiale; quando invece si parla di famiglie composte da un adulto – non necessariamente il genitore – convivente con uno o più minori (nonna e nipote, sorella maggiore e fratello ecc.) ci si riferisce al più ampio concetto di nucleo familiare, senza toccare il concetto di genitorialità.

chi sono i genitori soli?

La necessità di una chiarezza terminologica deriva dalla consapevolezza che la condizione di un genitore unico può essere molto diversa a seconda di come questa unicità venga intesa e definita: le problematiche di mancanza di reti familiari, economico – finanziarie e di “work-life balance” incidono in modo certamente diverso a seconda che l’unicità derivi dallo scioglimento di un vincolo matrimoniale o da una pregressa convivenza, ovvero dalla mancanza, sin dall’origine, di un coniuge o partner.     

In realtà la situazione, rispetto a quando era stata qui affrontata la questione, non è cambiata; non c’è e non esiste in Italia (ma neppure in Europa, come vedremo) una definizione di “famiglia monogenitoriale” che identifichi solo ed esclusivamente le famiglie di genitori soli che non siano stati in precedenza una “coppia” di genitori, ma solo definizioni ricomprendenti indistintamente tutti i casi.

Possono solo trovarsi sporadici esempi di provvedimenti che azzardano una distinzione tra “famiglie monoparentali” e famiglie con genitori separati/divorziati, ma solo in ambito regionale o forse più ristretto e, quindi, senza una valenza generale; un esempio è quello della Legge della Regione Veneto n. 29 del 10 agosto 2012 la quale contiene “Norme per il sostegno delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati in situazione di difficoltà” che, nel preambolo, chiarisce di intervenire a sostegno sia delle famiglie composte da un solo genitore (definendole appunto “monoparentali”) sia dei coniugi in caso di separazione, divorzio o di annullamento del matrimonio, distinguendo i “genitori soli” dai “genitori separati o divorziati” nella consapevolezza, evidentemente, della specificità della condizione dei primi.

chi sono i genitori soli?

Uno spunto interessante, sempre in tema di definizioni, lo dà Anna Laura Zanatta, docente di Sociologia della famiglia presso l’Università di Roma La Sapienza, la quale si chiede se sia giusto continuare a chiamare “monogenitoriali” i nuclei familiari derivanti da separazioni o divorzi nel caso in cui i figli mantengano relazioni valide e continuative con entrambi i genitori; a parere della docente, la definizione sarebbe impropria e da sostituire con famiglia “bigenitore” o “binucleare”; siamo ancora nel territorio delle elaborazioni teoriche, ma certamente la riflessione coglie, a mio avviso, nel segno imponendo di circoscrivere l’uso di concetti quali unicità o mono-genitorialità ai casi in cui tale condizione sia effettivamente tale e non vi sia una qualche forma di  genitorialità condivisa … pure se esercitata in case diverse!  

In ogni caso, nonostante le discussioni sul tema, siamo ancora lontani da una distinzione normativa, o anche solo terminologica, che ci aiuti a fare chiarezza. La “famiglia monogenitoriale” rimanda quindi ancora all’esito di diversi percorsi di vita che vanno da quella che è stata definita la “vecchia monogenitorialità” originata dalla vedovanza, alla “nuova monogenitorialità” derivante dalla rottura volontaria dell’unione coniugale o dalle nascite al di fuori del matrimonio o dall’adozione da parte di genitori single (prevista in Italia, peraltro, solo nelle forme dell’adozione speciale, non legittimante). Da questo quadro di coesistenza di “vecchia” e “nuova” monogenitorialità deriva l’estrema eterogeneità che caratterizza i nuclei monogenitoriali che possono vedere la presenza di figli minorenni (per lo più madri sole con figli piccoli), ma anche di figli adulti (tipicamente madre anziana con figlio maschio adulto che non è ancora uscito di casa o vi è ritornato), così come la coabitazione con altri nuclei (ad esempio madre sola con figlio minorenne che vive con entrambi i genitori anziani o con uno di essi). 

Questa eterogeneità che caratterizza quelli che oggi sono considerati i “nuclei monogenitoriali” richiede, in sede di scelte politiche, un cambio di approccio rispetto ai destinatari degli interventi, che abbandoni l’idea stereotipata della “madre sola svantaggiata/sfortunata” per sostituirla con quella di nucleo portatore di bisogni complessi, ma anche di risorse da attivare in un percorso di integrazione lavorativa e sociale su cui la politica deve intervenire con interventi mirati.

 

autore

Francesca Rufini

Umbra di nascita e di cuore, lavoro tra Saronno e Milano! Sono Avvocato esperto di conflitti di coppia e di contratti! Pur continuando ad utilizzare, ove necessario, i tradizionali strumenti della professione, sono una grande sostenitrice ed utilizzatrice dei metodi di ADR ("Alternative Disputes Resolutions") ed in particolare di negoziazione assistita, Pratica Collaborativa e Coordinazione Genitoriale, nell'assoluta convinzione che la responsabilizzazione delle persone nei processi negoziali e decisionali e la limitazione della delega ad altri (siano avvocati o giudici) sia "la" strada per arrivare ad accordi che tengano nel tempo. Detesto i pregiudizi, sono affascinata dalle persone e sono mamma di due nanerottoli che mi hanno stravolto la vita! Per Smallfamilies@ faccio parte dei Servizi Convenzionati e scrivo nella sezione Diritti e Doveri.

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