I numeri delle famiglie a geometria variabile Italia: presentiamo qui la fotografia globale nel nostro Paese rifacendoci ai dati dell’ultimo censimento (2011) che ci ha restituito una realtà molto variegata e in rapido cambiamento.
Presentiamo i dati sulle famiglie – che sono registrate in base al numero di componenti – ma soprattutto sui nuclei famigliari che si focalizzano invece sulla presenza dei figli che, come associazione di mamme e papà soli sono il nostro principale interesse.
Nel 2011 le famiglie censite sono oltre 24 milioni. Di queste quelle costituite da un solo componente sono il 31%. Il 35% sono famiglie costituite da coppie con figli e il 10% sono famiglie con un solo genitore e i propri figli.
Il dato più eclatante è costituito da un aumento come variazione percentuale dal 2001 al 2011, del 41% delle famiglie unipersonali (quelle costituite da una sola persona) e dall’aumento del 26% delle famiglie monogenitoriali.
Se a questo si aggiunge una diminuzione del 6% delle coppie con figli ci si fa un quadro abbastanza chiaro di come le famiglie si stanno trasformando.
Se andiamo a considerare i nuclei famigliari (in questo post abbiamo chiarito la differenza tra nuclei famigliari e famiglie) nella Tabella 2 si nota come nel 2011 i monogenitori siano pari al 16% degli oltre 16 milioni di nuclei presenti in Italia. Le coppie con figli sono il 53% dei nuclei famigliari e le coppie senza figli sono il restante 31%. Anche in questo caso sono le variazioni in percentuale negli ultimi 10 anni il dato più sorprendente: i monogenitori hanno visto un aumento del 26% che diventa il 28% per i padri soli. Le coppie senza figli hanno avuto un aumento del 10% e le coppie con figli un calo della variazione percentuale del 5%.
Negli ultimi censimenti si è visto un calo delle famiglie numerose (quelle con 5 o più componenti) e un aumento delle famiglie unipersonali.
Le famiglie unipersonali sono passate dall’essere il 12.50% di tutte le famiglie nel 1971 al 31.15% nel 2011. Le famiglie numerose sono passate dal 21.51% del 1971 al 5.72% del 2011.
Se poi andiamo a contare i nuclei famigliari con 3 o più figli e i nuclei con un solo genitore osserviamo come nel 1981 (ricordiamo che i nuclei famigliari sono stati censiti solo dal 1981) le famiglie con un solo genitore erano l’11% di tutti i nuclei famigliari e sono cresciute negli anni arrivando al 16% nel 2011. I nuclei con tre e più figli sono passati invece dall’essere il 17% di tutti i nuclei nel 1981 al 6% nel 2011.
Un’altra fonte importante di dati è l’indagine Multiscopo sulle famiglie che l’Istat compie ogni anno su un campione di 25000 famiglie circa.
Questa banca dati ci permette di fotografare la struttura delle famiglie monogenitoriali, ad esempio in base allo stato civile e in base al numero di figli.
Per quanto riguarda lo stato civile possiamo notare come dai dati contenuti nella tabella 3 per entrambi i generi, nel 2016 la percentuale maggiore di monogenitori sono separati o divorziati: il 45.6% delle mamme sole e il 48.9% dei papà. La percentuale delle madri nubili è del 15.7% e ha visto un progressivo aumento negli ultimi 4 anni. La percentuale di vedove e vedovi si attesta intorno al 40% per entrambi i generi con piccole variazioni negli anni.
Sebbene la maggior parte dei genitori soli ha un figlio unico (il 66%) il 27% ha due figli e ben il 7% di monogenitori si deve occupare di tre e più figli.
La fotografia che si compone da questi numeri è di una famiglia che cambia e che cambia dinamicamente. Le famiglie in cui sono presenti un solo genitore sono cresciute in questi ultimi anni e accanto alla loro crescita aumentano anche le famiglie unipersonali. E qui dobbiamo aggiungere che per ogni famiglia che si separa uno dei due genitori va a costituire una famiglia unipersonale contribuendo a suo modo alla crescita di questo tipo di famiglie.
In attesa del censimento permanente che partirà nell’ottobre del 2018 la banca dati del bilancio demografico dell’Istat fornisce i dati riguardanti le famiglie residenti nei vari comuni d’Italia. Nei prossimi post vedremo i casi di Milano e Bergamo.
Foto di Łukasz Siwy da Pixabay