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Il tempo per rinascere

scritto da Silvia Ricetti

Ti sei appena separata…

Guardi l’orologio e aspetti l’ora in cui di solito torna il padre di tuo figlio. Poi di improvviso ti ricordi tutto e il mondo un poco oscilla. Quel ritorno non ci sarà. Prepari il pasto, per te e il tuo piccolo, e cerchi di bofonchiare qualcosa quando a cena arriva la fatidica domanda “Perché non c’è il papà? Quando torna?”.

La separazione, soprattutto quando sono presenti dei figli, rappresenta un momento cruciale nella vita di una persona. Quello che esisteva fino al giorno prima non c’è più, tutti gli equilibri sono da ricostruire, le domande, i pianti e i silenzi dei figli, aghi da cui trovare sollievo, le cene da soli qualcosa a cui abituarsi, la capacità di essere contemporaneamente un po’ madri e un po’ padri, qualcosa da allenare, presto e con tenacia!

Insomma i primi mesi, talvolta i primi anni, dopo una separazione possono essere parecchio duri! Al tempo stesso sono un momento magico. Un’occasione preziosa per guardare dentro di noi, portare cura dove fa male, imparare ad essere balsamo per le ferite, trovare la dolcezza per accoglierci e la forza per sostenere la fragilità.

Tante coppie con figli si separano al giorno d’oggi, a volte così tante che non ci facciamo quasi caso, a volte così in fretta che sembra niente. In realtà dietro ad ognuna di queste rotture si cela una storia diversa, unica, delicata, che merita di essere ascoltata, accolta, accudita e talvolta accompagnata ad una trasformazione.

Trovarsi con la propria vita che cambia e con uno o più figli da sostenere in questo cambiamento, può spingere a non lasciarsi andare, a non arrendersi allo sconforto, a reagire e ad andare avanti. Che di per sé va bene. Al tempo stesso quella chiusura (sia che l’abbiamo scelta sia che ci sia piovuta addosso) rappresenta un lutto e come tutti i lutti ha bisogno di un tempo per essere vissuto e integrato. In gioco, abbiamo niente meno che la fine di una famiglia, nel modo in cui la si era pensata e desiderata, e di una coppia.

Con una delicatezza aggiuntiva: ci si separa, si divide, e al tempo stesso si è chiamati a creare un nuovo modo di essere ancora insieme, come coppia genitoriale. Infatti la connessione con la persona con cui condividiamo uno o più figli, indipendentemente che l’altra persona sia o meno presente nella quotidianità, durerà sempre e sempre interrogherà noi e loro.

Nella mia esperienza vedo tante ex coppie iniziare a farsi la guerra proprio perché non si lasciano il tempo di elaborare questa fine, “arrendendosi” nel lasciare andare quello che non può più essere e dandosi lo spazio di aprirsi a quello che può venire, ai nuovi equilibri che possono maturare.

Forse allora qualcosa da fare, per iniziare, è proprio avere pazienza! Darsi il tempo di vivere tutte le emozioni che ci attraversano dopo una separazione, condividerle, trovare altri genitori che ci siano già passati e che ci portino la loro esperienza di rinascita, farci accompagnare nel cambiamento se ne abbiamo bisogno. Così che anche dove ci sono buio, angosce e paure, piano piano possa iniziare a fare capolino la fiducia. Fiducia non che andrà tutto bene, ma che da questa grande prova potremo uscire con più consapevolezza di chi siamo e di cosa desideriamo nella vita, più saggezza e magari anche più forza, più dignità e più apertura verso la vita, anche proprio quando si pensa di non aprirsi mai più!

Insomma, è così, il passaggio può essere stretto, articolato ed impervio, ma ad aspettarci ci siamo noi. Nelle nostre parti più vere e vulnerabili. E proprio lì, in quello spazio di vulnerabilità, ma anche di pacata presenza, l’incontro con i nostri figli. Con quei piccoletti che ci guardano con gli occhi grandi e curiosi e che cercano di capire qualcosa dello strano gioco che giochiamo noi adulti. Loro, che di certo sono più tolleranti di noi, anche quando non sembra, e ci insegnano a rimanere aperti verso la vita, a stupirci di un passerotto che si posa sul davanzale e di una lucertola senza coda. Loro, che proprio quando hanno più paura, con i loro piccoli cuori che battono all’impazzata, ci chiedono di esserci. E di portare loro l’esempio della vita che, coi suoi tempi, sa ricominciare, riprendere a pulsare. Riaccendersi e ardere, tornare ad essere fuoco.

 

Foto  da Pixabay

autore

Silvia Ricetti

Analista biografica, insegnante di yoga e meditazione. Socia della Società Milanese di Psicoanalisi e di Sabof, Società Analisti Biografici a orientamento filosofico. Faccio parte della rete dei servizi convenzionati con l’associazione Smallfamilies. A partire dalla mia esperienza di figlia di genitori separati, poi donna e madre separata, porto attenzione alle storie familiari di ciascuno, aiutando a scioglierne i nodi complessi e a connettersi più a fondo con la propria verità, così da aprirsi alla vita al di là delle ripetizioni dei copioni personali e familiari da cui proveniamo. Accompagno in particolare donne e madri in difficoltà, unendo l’orientamento psicoanalitico all’ascolto della saggezza del corpo. Per questo sito scrivo consigli/interventi/risposte per l’area “Corpo-Spirito-Mente”.

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