Già nel 2015 la collega Chiara Masera scriveva su questo sito un articolo che riassumeva in breve in cosa consiste l’affrontare i conflitti familiari con l’utilizzo della Pratica Collaborativa. Da allora i professionisti collaborativi hanno fatto e stanno facendo ancora molta strada, hanno compreso quale grande cambio di paradigma comporta l’imparare a lavorare in maniera non avversariale e quali potenzialità possono emergere dalle parti, se aiutate ad affrontare il conflitto con un team multidisciplinare che lavora, con e per loro, con l’unico obbiettivo comune di sostenerli nella fase del cambiamento.
Il libro Pratica Collaborativa, approfondiamo il dialogo (Bruno Mondadori, 2016) scritto dell’autrice canadese Nancy Cameron, avvocato e formatrice dell’associazione IACP (International Academy of Collaborative Professional) recentemente tradotto in italiano con il contributo di AIADC (Associazione Italiana Professionisti Collaborativi) e inserito nella nostra realtà dalle prefazioni di 11 professionisti collaborativi, costituisce un importante tassello per comprendere la storia e le origini di questo nuovo rivoluzionario approccio nei conflitti familiari.
Marianella Sclavi, antropologa di fama internazionale, pioniera dell’ascolto attivo, della gestione creativa del conflitto e dei processi partecipativi in Italia ne parla così:
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Questo volume dunque invita tutti i professionisti che possono avere un ruolo nell’ambito della pratica collaborativa (avvocati, esperti delle relazioni e dei bambini, commerciasti e facilitatori) ad ascoltare il loro malessere nel lavorare con le persone nel modo classico, a prendere sul serio le proprie aspirazioni, mettendosi insieme in un sogno collettivo ed osare… nell’interesse loro e di tutta la collettività!
È un testo quindi molto importante per coloro che, già formati, vogliono approfondire il percorso, per coloro che desiderano mettersi in gioco, e anche soprattutto per i clienti che vogliono cogliere l’opportunità che ogni momento di crisi coniugale nella vita può dare, per rivedere l’idea stessa del conflitto familiare, ed eventualmente della loro separazione personale e del divorzio, in un’ottica più approfondita, non più solo negativa ma anche di opportunità da cogliere per provare a volgere lo sguardo verso una nuova prospettiva di futuro positiva per sé e per tutti gli altri membri della famiglia, anche allargata, che ne potrà derivare.