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Le smallfamilies interculturali: problemi e soluzioni

Le smallfamilies interculturali sono un tema attualissimo. Mi occupo da circa venti anni di migrazioni e nuove identità e da circa sei ho cominciato a occuparmi di coppie miste, come consulente legale e counselor.

Nell’aprile di quest’anno ho partecipato all’incontro La famiglia a geometria variabile. Policy Servizi Progetti intervenendo proprio sul tema delle coppie miste. Qui di seguito riassumo i principali punti affrontati in quella occasione relativi alla questione.

DATI NAZIONALI E LOCALI

I matrimoni con almeno uno sposo straniero, dal 1996 al 2016 sono stati in leggero, ma costante aumento (dal 4,3% dei matrimoni totali al 12,6%), a fronte di una leggera diminuzione dei matrimoni con entrambi gli sposi italiani (dal 95,7% al 87,4%).

Il 15% del totale dei matrimoni con almeno uno sposo straniero sono quelli celebrati in Lombardia, sia nel 2015 che nel 2016.

Nel 2015, le separazioni di coppie miste hanno raggiunto il 9,4% del totale del dato nazionale.

I divorzi di coppie miste, nel 2015 sono pari all’8,7% del totale dei divorzi.

Non abbiamo, purtroppo, il dato relativo alla Lombardia, in questo caso, né abbiamo Dati precisi relativi ad altri anni.

Analizzando i pochi dati disponibili, possiamo dire che matrimoni e separazioni tra coppie miste si attestano intorno ad un 10% costante del totale nazionale.

È un dato significativo: abbiamo un 10% di persone che portano con sé problematiche del tutto identiche a quelle delle altre coppie, insieme a problematiche del tutto specifiche.

 

 

IL PREGIUDIZIO

Innanzi tutto un primo punto di attenzione: il pregiudizio. È risaputo che le coppie miste sono strutturalmente destinate a scoppiare.

Se vogliamo immaginare strumenti di intervento adeguati alla specificità di queste coppie e famiglie, dobbiamo cominciare a sfatare questo pregiudizio.

Nella città di Milano sono quasi del tutto inesistenti i servizi rivolti alle coppie miste, con operatori che abbiano una adeguata preparazione sulle unioni interculturali e sulle difficoltà che possono doversi trovare ad affrontare.

Questo, unito al pregiudizio socioculturale, fa sì che le coppie miste siano sostanzialmente coppie sole e che la solitudine permanga anche durante le separazioni e i divorzi.

PROBLEMI SPECIFICI

Le coppie miste hanno alcune caratteristiche che le rendono del tutto uguali a qualunque altra coppia, ciascuna con la sua singola storia come tutte le altre.

Ma possono presentare dei nodi specifici.

La differenza tra una cultura positiva e una guidata dal pregiudizio sta solo nelle modalità con cui se ne tiene conto.

I problemi possono presentare aspetti di diverso tipo:

  • Legali: i figli hanno solitamente doppia cittadinanza e potrebbero dover sottostare a due legislazioni differenti in materia di affidamento, nei due paesi; una coppia, in base a dove è stato celebrato il matrimonio potrebbe ritrovarsi divorziata in un paese e sposata in un altro
  • Economici: molto spesso (naturalmente non sempre) il partner straniero ha meno risorse economiche e meno strumenti di sostegno in Italia, vive la separazione con maggiori difficoltà emotive e non proviene da un background psicosociale che lo/la aiuti nel chiedere un sostegno né di tipo economico né di tipo psicologico.
  • Emotivi: una separazione può indurre il partner straniero a rientrare al paese d’origine, costringendo spesso i figli ad una prolungata e spesso definitiva assenza che non facilita il loro sviluppo psichico. Nella stragrande maggioranza dei casi abbiamo a che fare con madri sole che si ritrovano a crescere i figli nella totale assenza del padre o con padri definitivamente allontanati dai figli.

Tutto questo può accadere anche nelle separazioni tra partner italiani, con una differenza sostanziale: i genitori italiani hanno alcuni strumenti legali e di controllo sociale con cui tentare una difesa; far valere pretese economiche o di sostegno genitoriale nei confronti di un genitore straniero perlopiù rientrato al paese d’origine non è possibile.

 

IL PREGIUDIZIO PIU’ GRANDE: LA PAURA DEL RAPIMENTO

Al momento della separazione spesso le ex coppie miste non hanno piena consapevolezza di cosa le aspetta: la domanda in assoluto più frequente che mi viene rivolta durante il primo colloquio dal genitore italiano in separazione da un partner straniero è se la possibilità di un rapimento da parte dell’altro genitore è concreta e come evitare questo terribile pericolo.

Intanto si tratta di fugare quest’ombra, che se prevale nella paura di una madre (o di un padre) che si separa, naturalmente può farle compiere scelte di allontanamento dei figli da un genitore che non merita di essere allontanato. A volte, questo pregiudizio viene addirittura usato come ottima scusa per ottenere un affido esclusivo che magari non è affatto nell’interesse dei figli.

Quindi è necessario poter intervenire in maniera competente su questo argomento e lavorare con strumenti adeguati su questi genitori, fornendo informazioni di tipo legale e in particolare di diritto internazionale, accordi bilaterali in materia di bambini sottratti, strutture e sostegni nel paese d’origine del genitore straniero, dati statistici relativi agli effettivi rapimenti.

Ed è necessario fornire un sostegno emotivo che si prefigga di andare a guardare questa paura, la porti alla luce e permetta al genitore di lavorare su di sé e sulle reali e più concrete paure che una separazione porta con sé.

Porto la mia esperienza, che non è un dato ufficiale ma in qualche modo ha un significato: su 25 famiglie che ho seguito dal 2015 ad oggi, un solo caso presentava effettivamente un rischio concreto. Il fenomeno dei bambini contesi è reale e non intendo sminuirlo. Ma sostengo che amplificarlo non sia corretto né utile per una competente analisi del problema.

Una volta fugata quest’ombra, dunque, si tratta però di affrontare altri nodi complicati: per esempio l’abbandono o quasi dei figli, che si presenta con molta più frequenza, e lascia il genitore che resta spesso impreparato.

LA FATICA DELLE MADRI SINGLE DA COPPIA BICULTURALE

Riassumendo: la realtà dei fatti è che moltissime madri single fanno il doppio della fatica rispetto alla già enorme fatica delle madri single che provengono da coppie monoculturali perché si aggiungono i seguenti punti di crisi:

  • Paura del rapimento
  • Abbandono
  • Mancanza di strumenti giuridici
  • Mancanza di sostegno economico
  • Mancanza di sostegno genitoriale
  • Totale mancanza di servizi pubblici orientati e competenti

SOLUZIONI: PRIMA DI TUTTO UN CAMBIAMENTO CULTURALE

Torniamo dunque ai servizi specifici, la cui mancanza deriva a mio parere da un pregiudizio: le coppie miste sono destinate a scoppiare e quindi quel poco che si offre loro è un sostegno a crisi avvenuta.

Se invece partiamo dal presupposto che una coppia mista è una coppia come tutte le altre, che ha alcune specificità, possiamo immaginare servizi di sostegno emotivo e psicologico che partano da prima: per esempio dalla fase di progettualità di coppia, per sostenere riflessione e consapevolezza anche rispetto agli aspetti interculturali sia concreti che più sfumati.

Oppure prima della nascita di un figlio, o durante una crisi economica.

Oppure, certamente, a separazione avvenuta: offrendo un sostegno economico e abitativo, ai padri perché non siano costretti a partire o alle madri perché non abbiano come sola risorsa la famiglia al paese d’origine. Spingendo perché le relazioni tra paesi siano orientate alla tutela dei bambini e sia possibile garantire un ritorno economico e una continuità affettiva per i figli anche in caso di rientro del genitore al paese d’origine.

Servizi, dunque, che prima di tutto modifichino la loro stessa cultura e si offrano alle coppie miste in maniera positiva e non solo come unità di crisi post (paventato) rapimento, che offrano alle coppie miste una visione di sé più aperta e le invitino a trovare una identità di coppia più positiva all’interno di una comunità accogliente. E che sappiano muoversi, in caso di crisi, con una conoscenza della cultura specifica del partner non italiano, delle leggi che regolano il diritto di famiglia al suo paese, delle possibili soluzioni per la tutela del benessere psicofisico dei bambini.


Quando si parla di coppie miste (o coppie biculturali i cui partner provengono da paesi d’origine differenti) la prima associazione mentale che si fa è con alcuni stereotipi: “tutte le coppie miste scoppiano e i padri rapiscono i bambini”. La realtà ci parla di moltissime madri single che fanno una fatica doppia rispetto alla già enorme fatica delle madri single provenienti da coppie monocultuali. Ma non tutte le coppie miste sono destinate a scoppiare e il fenomeno dei bambini sottratti è ben diverso da quello che ci suggeriscono i fantasmi. E soprattutto ci sono invece altri aspetti di cui sarebbe necessario occuparsi. L’enorme pregiudizio costruito attorno alle coppie miste contribuisce non poco a raddoppiare la fatica delle madri single. Questa fatica potrebbe decisamente diminuire con un cambiamento culturale e una differente offerta di servizi specifici per chi vive una relazione e forma una famiglia in un contesto interculturale.

 

Foto di PIRO4D da Pixabay

autore

Cristina Sebastiani

Consulente per l’immigrazione e le coppie miste, madre di un bambino, collaboro al sito con interventi mirati sul tema. Ho scritto anche uno dei racconti dell’antologia smALLholidays, secondo titolo della collana smALLbooks per Smallfamilies® (Cinquesensi Editore) e firmo post nella sezione “Diario d’Autori”. Faccio parte della rete dei servizi convenzionati con l’associazione.

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