La morte è, ora più di sempre, presente di continuo in tv, sui giornali, le radio, nei discorsi per le strade. Come evitare che i nostri figli più piccoli siano coinvolti? E inoltre: è giusto evitare di parlarne? La lettura di alcuni libri mirati può aiutarci ad affrontare l’argomento, anche con i più piccini. Che sia la morte di una persona cara, di famiglia, o quella spietata, irragionevole “squarciante”, che l’attualità del mondo ci costringe a guardare in faccia ogni giorno. Presentiamo qui alcuni titoli che trattano questo tema delicato e troppo spesso accantonato, rimandato o ignorato del tutto. Secondo il nostro parere, la morte e il lutto sono argomenti che non andrebbero sottoposti ai bambini soltanto quando è indispensabile farlo, ma dovrebbero essere trattati sempre, come parte della vita, nostra o di chi ci sta più o meno vicino. Non solo per raccontare che la morte è una possibilità sempre presente, ma anche per suggerire ai bambini la propria visione sul senso che le si attribuisce.
Proposte di lettura, da 9 ai 13 anni
I consigli per questa microbibliografia mi sono stati dati dalle amiche della libreria Aribac di Milano che ringrazio di cuore.
11-13 anni
Ultimo libro della serie di Polleke (vedi la nostra recensione dei primi libri qui), uscito in Olanda nel 2000 e da noi nel marzo 2016
11 capitoli per 90 pagine, Il tema della morte, del dolore, del lutto, proposto attraverso pagine di diario come sempre lievi, mai scontate, e toccanti nel vero senso del termine. Toccano tutti, bambini e adulti.
Polleke sta per compiere tredici anni, suo nonno è morto, e lei si pone delle domande, cerca risposte sul senso della vita e della morte, nel suo solito stile, insieme ai suoi amici e mentre la sua bizzarra famiglia continua nella sua curiosa evoluzione e ricomposizione. Ognuno ha una proposta, una risposta, lei segue il suo istinto e il suo cuore. Non sa a chi credere, non crede in niente, dice. «Sarò stramba?» No. Non è stramba. Crede nell’amore.
Un’altra estate alla fine è trascorsa. Polleke ha 13 anni e il gruppo di amici si separa per andare verso scuole diverse.
11-12 anni
Conan che vive solo con la madre e che sogna un mostro. La madre è malata, il mostro se la porterà via. Lui deve riuscire a lasciarla andare.
Struggente, straziante, bellissimo.
Questo libro è stato iniziato da Siobhan Dowd, morta di cancro a 47 anni, e portato a termine da Patrick Ness.
Pluripremiato, è una bellissima storia e uno strumento straordinario per affrontare e uscire da quel buco nero che è la paura della morte, l’incomprensione della morte. Soprattutto se la morte riguarda la mamma, soprattutto se la mamma è l’unico genitore.
8-10 anni
La mamma è morta. Bisogna attraversare il fiordo e affrontare il funerale. Il papà ha fretta, è triste, agitato. Spaventato. Anna però gli chiede ancora un po’ di tempo, un tempo per portarlo con sé in un viaggio immaginifico dove tutto può essere letto in un altro modo, dove, se oggi piovono chiodi, domani potranno piovere fragole col miele, dove vivono quelli che sono invisibili e dove forse la mamma non si vede perché sta togliendo le erbacce del paradiso oppure è andata a fare un giro in biblioteca, perché anche Dio ha una grande biblioteca visto che per lui non deve essere facile ricordarsi tutto.
E alla fine del viaggio finalmente il papà sorride. Si può andare al di là del fiordo.
Le illustrazioni sono strepitose, perfette per rendere molto credibile la suggestione di un reale mondo onirico-fantastico infantile-adolescenziale.
E il testo è lieve, ma denso e pregnante soprattutto perché il compito di portarci per mano verso l’appropriazione che esiste un mondo altro in cui chi muore continua a vivere e a stare con noi, semplicemente in un altro modo, è affidato non all’adulto, ma al bambino. È Anna che, con le sue intuizioni, la sua fantasia, le sue metafore, traghetta il papà. E non l’inverso, come più frequentemente succede in libri per bambini che affrontano il tema della morte. E’ un libro che ci ricorda, ancora una volta, quanto abbiamo da imparare ascoltando i bambini, stando con loro, seguendoli nei loro giochi e nelle loro visioni.
Dai 10 anni
Guido è un bravo bambino affidabile, silenzioso, preciso. Che però ha paura di non essere davvero bravo. Ha paura che quello bravo, anche se non stava mai fermo, fosse Ettore, il suo fratellino morto a cinque anni. E per convincersi di essere bravo anche lui, e ugualmente importante per i suoi genitori, è proprio il fratellino che deve arrivare a dirglielo. Il fratellino d’ombra che compare a sostenere chi ha bisogno di andare avanti senza sentirsi in colpa per voler essere felice.
Un libro molto scritto e poco illustrato, ma ugualmente molto scorrevole. Prezioso.
Dai 10 anni
Un bambino di sette anni che comprende, prima del padre, che il nonno – che non c’è più – in realtà c’è ancora e vive dentro di lui. Lo capisce attraverso una lunga passeggiata onirica con il nonno, lungo il fiume. Una di quelle passeggiate che a loro piacevano tanto. Delicato.
9 -10 anni
Bella illustrazioni per una bella storia. Il nonno era un viaggiatore e un gran narratore. Ambrogio e Filippo, il giorno del suo funerale, stravolgendo le consuetudini, trasformano la cerimonia nel modo in cui avrebbe voluto il nonno, grande conoscitore di altre culture. La cerimonia funebre in tante culture è un momento di festa, di musica, di condivisione dei momenti lieti passati. Per ricordare una persona conservando la sua presenza nei nostri cuori si può cominciare proprio da questo.