Policy

Turismo accessibile: occhio alle bufale

Nella definizione di turismo accessibile ci sono dentro un mare (ma anche una montagna, una collina…) di cose. E soprattutto di esigenze. Non si tratta infatti di una nicchia di servizi dedicati a persone con disabilità ma di un insieme di attenzioni e opportunità atte ad incontrare il più ampio numero di esigenze dei possibili dei clienti. Dalle famiglie ai single, dai bambini alle persone anziane, persone con disabilità o più semplicemente specifiche necessità.

L’attributo accessibile in tema di turismo non si riferisce alla stanza d’hotel, o meglio non solo: accessibili devono essere le informazioni, i trasporti, le destinazioni turistiche con tutte le loro attrazioni e i servizi. Anche le persone devono essere accessibili. Si, le persone che si interfacciano con noi, dal personale dei tour operator alla maschera del cinema, dall’autista del bus al cameriere del bar… tutti ma proprio tutti possono comportarsi come barriere o essere facilitatori della nostra vacanza.

Però attenzione alle bufale, agli specchietti per le allodole. Perché nell’era del marketing spinto, lo slogan è un imperativo e in tema di vacanze, tour operator, albergatori e imprese che offrono servizi turistici hanno una spiccata tendenza ad arrotondare. Per eccesso.

E così, noi che cerchiamo la nostra vacanza su misura e siamo diventati scaltri nelle ricerche per parole chiave, pensiamo di cavarcela virgolettando «turismo accessibile, vacanze per tutti, mare e monti for all» sul primo motore di ricerca. Salvo poi trovarci intrappolati dentro una specie di luna park. Avete presente il gioco degli specchi? Quello dove prima di trovare l’uscita hai piantato il naso almeno un paio di volte?

Ecco, la navigazione alla ricerca di una vacanza che faccia “davvero” al caso nostro che risponda alle nostre specifiche esigenze, che si tratti di servizi a misura di neonato, disabilità diverse, allergie alimentari, rischia di diventare un’odissea. Che a dirla tutta è stato un viaggio epico, ma forse un tantino impegnativo.

Per non rischiare la fine dell’allodola provo a darvi qualche consiglio sulla base di un mix fra esperienza professionale e personale.

La scelta dell’hotel

Anche laddove vi fosse la dichiarazione di “struttura accessibile a persone con disabilità” (o sinonimi meno evoluti quali portatori di handicap e altre fantasiose definizioni) la garanzia di accessibilità non è poi così scontata perciò rischiamo di partire con una bella incognita che riusciremo a svelare solo al nostro arrivo nella località prescelta, quando finalmente potremo sincerarci sulla veridicità delle tre o quattro informazioni ricevute e testare di persona tutto il resto. A nostre spese ovviamente. In tutti i sensi.

Se la nostra “richiesta particolare” riguarda un cuscino soffice e voluminoso o la stanza vista mare con terrazzo, ma al nostro arrivo la sistemazione che ci hanno assegnato prevede la vista parcheggio e un cuscinetto croccante… poco male, utilizzeremo i buoni del percorso relax per smaltire la delusione e proveremo a goderci la vacanza.

Ma se abbiamo chiesto una camera accessibile (e qui ci sarebbero da aprire almeno quindici parentesi di tutte le forme) e al nostro arrivo scopriamo che il concetto di accessibilità che abbiamo noi è un po’ diverso da quello del tour operator…be’…allora sono davvero vacanze amare.

Per assicurarci che la vacanza ci riservi solo belle sorprese dobbiamo fare in modo di lasciarla il meno possibile al caso. Dobbiamo davvero guadagnarcela questa vacanza, con un bel po’ di lavoro prima della partenza e delegando il meno possibile a standard codificati da altri o intermediari poco informati.

Perché una cosa è certa: quello che è accessibile per me lo posso stabilire soltanto io.

Quando si tratta di specifiche necessità, infatti, è davvero difficile pensare che uno standard sia in grado di soddisfarle in maniera universale. Specie se la nostra meta è in Italia, dove si fa fatica a garantire il rispetto della normativa in materia perfino negli edifici di nuova costruzione.

Evitando di scivolare nell’aspra quanto sterile polemica sull’applicazione della norma prendiamo atto della realtà con la consapevolezza che in una accessibilità “parziale” potremmo trovare dei ragionevoli compromessi. Concetto che, per definizione, sottintende un accordo fra le parti.

E l’unico modo per mettersi d’accordo è comunicare, in questo caso con il gestore della struttura (meglio non utilizzare intermediari se abbiamo necessità di informazioni certe e specifiche) per ricevere tutti i chiarimenti e dettagli sulle risposte alle nostre esigenze.

Oggi è proprio l’”informazione oggettiva” la novità proposta dai tour operator che promuovono seriamente vacanze accessibili: nelle informazioni sulla struttura non troveremo una semplice dichiarazione di accessibilità, una sorta di bollino di qualità, ma troveremo informazioni specifiche sulle dimensioni della stanza, sulla presenza di dispositivi per le persone sorde, menù in braille e mappe tattili per le persone cieche, strutture autism friendly, diete personalizzate (ipocaloriche, iposodiche, per celiaci, per soggetti allergici), baby club e altri servizi.

Laddove vi fossero delle difformità in relazione ai criteri codificati di accessibilità, ad esempio per quanto riguarda la pendenza dei percorsi, un ascensore sottodimensionato o simili, saremo noi a misurare quella informazione sulle nostre capacità potendo scegliere se quello scivolo d’ingresso al 15% per noi rappresenta un compromesso accettabile quando tutto il resto soddisfa le nostre aspettative. Certo se a quel 15% aggiungiamo un parcheggio con la ghiaia, una stanza dove abbiamo alte probabilità di rimanere incastrati fra il letto e l’armadio e la spiaggia dobbiamo guardarla dallo stabilimento….probabilmente non fa al caso nostro. Ma se pensiamo di poter superare senza problemi la difformità dello scivolo e ad attenderci c’è una bella piscina col sollevatore, la nostra si prospetta una vacanza coi fiocchi.

Individuata la struttura che sembra fare al caso nostro, se abbiamo ancora qualche dubbio possiamo contattarla per avere informazioni più specifiche.

Può essere utile avere a disposizione una lista con tutte le richieste da fare, specie se le nostre esigenze riguardano dettagli come gli ingombri di un passeggino gemellare o una sedia a ruote. Capita spesso infatti di trovare informazioni sulla larghezza delle porte dell’ascensore (ovviamente quando queste sono sottodimensionate rispetto alla norma) e così scopriremo che la maggior parte delle sedie a ruote manuali riesce comunque ad entrarvi mentre un passeggino a due posti no. Questa informazione sarà utile, ad esempio, per avere la possibilità di chiedere una camera al piano terra anzichè al quarto.

Per chi utilizza la sedia a ruote potrebbe essere di aiuto ricevere via mail la fotografia del servizio igienico della camera prenotata (magari diverso dalla camera tipo visibile sul sito) e verificare se la posizione dei maniglioni è compatibile con i movimenti che svolgiamo abitualmente.

Altre richieste possono riguardare la disponibilità di un cuscino con dispositivo a vibrazione a cui collegare la sveglia ma anche gli allarmi che si attivano durante un’emergenza, come l’allarme antincendio, o più semplicemente l’avviso di un messaggio in arrivo dalla reception.

Tra le diverse esigenze, come abbiamo visto, c’è davvero poco di universale.

Impensabile che qualcuno possa certificare le soluzioni adatte per noi.

Vale un po’ la regola dei livelli di complessità dei videogiochi: saremo noi a scegliere la difficoltà accettabile in relazione alle nostre capacità di risposta e al margine di avventura che possiamo permetterci di lasciare …al fato.

Famiglie numerose e gruppi organizzati sono facilitati dalle risorse umane disponibili – quelle che si portano da casa – per risolvere in loco possibili inconvenienti o incomprensioni.

Ad una smallfamilies con esigenze speciali per disabilità consiglio di partire con tutte le incognite risolte, tralasciando quelle accettabili: un cuscino per la cervicale magari lo acquisto sul posto, un’ascensore con la porta troppo stretta non lo cambio di certo.

Luoghi e trasporti

Fin qui ci siamo soffermati sui consigli che riguardano l’hotel, ma sappiamo bene che pianificare la vacanza su misura non significa solo trovare la struttura ricettiva che fa al caso nostro, ovviamente, ma assicurarci che il borgo o la città che andremo a visitare siano ugualmente ospitali e rispondano alle nostre aspettative, anche in termini di accessibilità.

Le persone sorde potrebbero scegliere città che offrono le guide turistiche segnanti per una gita o una visita al museo in LIS.

Se ci spostiamo con l’ausilio di una sedia a ruote elettronica o manuale (differenza sostanziale in termini di accessibilità visto che l’omissione di un paio di gradini con la sedia elettronica è fatale…) dovremmo sincerarci degli itinerari accessibili che ci consentano di raggiungere in autonomia i luoghi di interesse che avremo accuratamente mappato in anticipo raccogliendo tutte le informazioni del caso, inclusa la disponibilità di mezzi pubblici accessibili se viaggiamo in treno o in aereo (anche qui previa meticolosa pianificazione, prenotazione e comunicazione di tutte le nostre esigenze di viaggio).

Avete presente Furio, il personaggio di Bianco Rosso e Verdone pignolo quanto un orologiaio svizzero? Eguagliarlo sarà piuttosto impegnativo ma in fondo se la ricompensa è la vostra vacanza da sogno ne sarà valsa la pena.

Buon viaggio con un ultimo suggerimento: un e-book sul turismo accessibile. Clicca sulla cover qui sotto e vai al sito per scaricarlo.

694.articoli.145.La_reception_per_tutti_34941

 

Foto di andreas160578 da Pixabay

autore

Elisabetta Schiavone

Elisabetta Schiavone, architetto, libera professionista e ricercatrice con un sogno: progettare l’inclusione a partire dall’accessibilità. L’obiettivo è il benessere, la sicurezza, la qualità della vita per tutti. Per davvero. Condivido questo sogno con amici e colleghi all’interno dell’associazione CERPA Italia Onlus la cui mission è l’inclusione sociale e il contrasto di ogni forma di discriminazione attraverso il progetto e non solo.

lascia un commento