Sono Maria Costa, una madre rimasta vedova venti giorni dopo aver partorito. Questo significa che mia figlia non ha mai pronunciato la parola “papà”, non sa cosa sia un abbraccio paterno, non ha mai conosciuto la gioia di vedere il suo papà andare a prenderla a scuola, organizzare con lei dei giochi, delle attività e delle vigilie di Natale.
Però, ho visto un padre che desiderava fare con la sua bambina tutte quelle cose che mia figlia non ha mai fatto e che mai farà.
Ho visto anche una madre strappare sua figlia alle cure del suo papà, la cui colpa era quella di farle trascorrere una giornata felice. Ho visto una madre che si sentiva grande nell’esercitare un insano diritto di morte dell’affetto di quel padre. Ho visto una madre che sputava sulla sua fortuna.
L’odio impedisce di vedere la bellezza delle cose e delle persone. Lei è stata intrappolata in un vortice di ripicche rendendola incapace di vedere la ricchezza che ha avuto sua figlia ad avere l’amore del padre. Non per sua colpa. Non per colpa di lui.
È difficile accettare di non aver trovato l’amore che avremmo voluto. Spesso il destino , facendosi beffa del nostro bisogno d’amore, ci catapulta in storie sbagliate con persone incompatibili a noi.
Com’è facile poi fare dispetti e minacciare di farla pagare ad un ex coniuge che s’incolpa di “un non amore”.
E quando l’orgoglio ferito vuole la sua rivincita è più facile minacciare di andare dall’avvocato che fare un passo indietro ed essere una madre che chiede di risolverla da persone civili per il bene del proprio figlio.
Ho visto quel padre trattato come un delinquente che portava a casa di delinquenti la sua bambina. Ho visto calpestata la sua possibilità di decidere dove portarla a giocare. Ho visto com’è facile fare affezionare un padre alla propria figlia per poi punirlo impedendogli di svolgere il proprio ruolo.
E a me, che sono una madre vedova, piange il cuore nel vedere un padre che lotta per ottenere il riconoscimento del suo sacrosanto diritto a trascorrere del tempo con la propria figlia. Mi piange il cuore vedere un padre ostacolato in ogni cosa che dice e che fa. Mi piange il cuore vedergli negato il diritto di assicurarle una crescita resa serena dalla sua presenza paterna. Mi piange il cuore vedere un padre che va bene solo se porta la propria figlia in ristoranti lussuosi o a comprare vestiti e oggetti costosi.
Se mi fossi separata per incompatibilità caratteriale avrei messo da parte odio e risentimento per fare posto all’amore per mia figlia. Avrei messo da parte l’orgoglio ferito per far posto ad una visione fortunata, nonostante tutto.
Ma io non ho avuto possibilità di scelta, e allora penso a quella madre che non capisce la fortuna che ha, e un po’ la invidio.
Che strano il destino che dà ad alcuni ciò che altri vorrebbero per sé.