Diritti e Doveri ESPERTI - consigli & convenzioni

E nella casa coniugale si alternano i genitori separati anziché i figli

scritto da Martina Intra

La casa coniugale in caso di separazione con figli diventa un tema di discussione tra le parti e in genere è la prole ad alternarsi anche se si presentano sempre più spesso casi in cui al contrario sono i genitori separati ad alternarsi nella casa coniugale. Anziché ridurre i propri figli a un pacco postale, alcune coppie di genitori separati preferiscono essere loro dei pendolari dei sentimenti, lasciando la prole nella casa in cui la famiglia si è costituita. Abbiamo deciso di riflettere su questa opzione perché una lettrice di Smallfamilies tempo fa ci ha scritto:

Ho bisogno del consiglio di un vostro avvocato perché non so proprio cosa fare. Mi chiamo Giulia, ho un figlio di 13 anni e mi sto separando. Il mio ex marito propone di lasciare nostro figlio nella nostra casa e di essere noi ad alternarci una settimana a testa. Ora, io non so bene la differenza tra le diverse forme di affido condiviso e devo dire che non conosco nessuno che abbia accettato la soluzione proposta. Cosa comporta? È veramente tutelato il benessere di nostro figlio? E noi genitori dove andiamo ad abitare? Spero di avere da Voi una risposta a riguardo. Vi seguo sempre. Grazie Giulia”

E dunque grazie a Giulia perché ci hai posto una domanda molto interessante, formulata anche da altri lettori.
Innanzi tutto vorrei precisare che la legge non prevede “diverse forme di affido condiviso”, ma soltanto il principio dell’affidamento condiviso, che sta a significare che i figli minori sono affidati ad entrambi i genitori, i quali dovranno prendere insieme le decisioni più importanti riguardanti gli stessi. Ciò a cui fa riferimento la nostra lettrice riguarda invece la nuova organizzazione famigliare ed il cosiddetto regime di frequentazione con i genitori. Si tratta, in effetti, di una forma di organizzazione non usuale ma è certamente possibile nell’ambito di un accordo tra coniugi o tra ex conviventi.
Secondo questo tipo di organizzazione, i figli restano fissi ad abitare nella casa famigliare, mentre i genitori si spostano e si alternano nella cura e nell’accudimento. Questa formula è di tutta evidenza estremamente tutelante nei confronti dei figli, i quali restano nel proprio habitat e non sono costretti a spostarsi da una casa all’altra.

Occorrono, però, due condizioni:

  1. che i genitori siano poco conflittuali e molto collaborativi, non soltanto nella gestione dei figli (come dovrebbe essere in ogni modello separativo), ma anche nella gestione della casa. Bisogna infatti evitare che uno assuma tutte le incombenze domestiche e l’altro faccia l’ospite, perché una situazione di questo tipo crea conflitto e i figli ne restano vittime;
  2. che i genitori abbiano un posto dove stare quando non sono con i figli. Non è necessario avere tre case, ma avere un posto in cui trasferirsi, che potrebbe essere la casa di un nuovo compagno, o la casa dei genitori o di un fratello o di un amico….

Questo modello è funzionale alla gestione dei figli ed è correlato alla loro crescita, quindi si tratta di una soluzione necessariamente temporanea, dettata dalla volontà di lasciare i figli nel loro ambiente. Ciò che è importante è comunque che la soluzione sia condivisa. Si potrà concordare l’alternanza settimanale, o la presenza di ciascuno dei genitori in determinati giorni della settimana in base alle circostanze del caso.

Non tanto tempo fa ho assistito due coniugi che svolgono entrambi lavori che prevedono turni di notte ed hanno optato per un regime di alternanza nella casa coniugale, stabilendo un calendario basato sui rispettivi turni lavorativi.

Una conseguenza importante di questa forma organizzativa è che tendenzialmente non ci sarà un assegno che un genitore versa all’altro per il mantenimento dei figli, ma soltanto una suddivisione delle spese. In ogni caso, nel trovare un accordo sulla separazione occorre valutare bene tutte le ipotesi, tenendo presente le esigenze di tutti, le risorse disponibili e i vantaggi e gli svantaggi di ogni situazione.

 


Immagine di apertura: Untitled (Family), Keith Haring, 1984.

autore

Martina Intra

Sono nata a Milano nel 1970 dove ho sempre vissuto. Svolgo dal 2004 la professione di avvocato occupandomi prevalentemente di diritto di famiglia. Ho seguito un corso di formazione biennale in mediazione famigliare e faccio parte dell’associazione Ca.Me.Fam, (Camera di Mediazione Famigliare) con sede a Monza. Collaboro con alcuni Consultori familiari dell’hinterland milanese. Sono da anni sostenitrice dei metodi A.D.R. (Alternative Dispute Resolution), metodi di risoluzione dei conflitti alternativi ai procedimenti contenziosi, tra cui, in materia di famiglia, la Mediazione. Sono mamma di tre figli meravigliosi. Ciò che ho studiato, letto, scritto e gestito nella mia vita professionale mi è servito per gestire la mia separazione. Ciò che ho vissuto nella mia vita privata mi aiuta nella mia professione. Per Smallfamilies scrivo nella sezione Diritti e Doveri.

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