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Smallfamilies e pandemia. Questionario nazionale: metodo

scritto da Smallfamilies

Nei primi mesi della pandemia abbiamo realizzato una ricerca online. Sono stati numerosi i questionari realizzati con l’intento di indagare (per tematiche o per tipologia di soggetti) l’esperienza vissuta durate il confinamento della primavera 2020.  Abbiamo notato però, come nella maggioranza delle occasioni ci si sia dimenticati delle famiglie monogenitoriali.

questa è la distribuzione delle famiglie monogenitoriali in Italia
a partire dai dati Istat riferiti al 2019

Per colmare questa mancanza Smallfamilies aps ha deciso di realizzare autonomamente il primo questionario nazionale sulle nostre famiglie per capire come sia stato vissuto il periodo della pandemia (in particolare la fase uno, da marzo a maggio 2020), come è andata nei mesi successivi e, in prospettiva, cosa ci si aspetta nel prossimo futuro.

Sono emersi sei profili, sei tipologie di nuclei monogenitoriali basati su condizioni pratiche ed emotive: sono visibili a questo link

In questo post descriviamo obiettivi e metologia utilizzati. A seguire, una serie di post in cui riassumiamo i risultati raggiunti dalla nostra ricerca.


Obiettivo dell’indagine

Rilevare fragilità, bisogni, richieste, risorse fino ad ora a disposizione, per poter affrontare e superare questi mesi vissuti tra quarantena, lockdown, DAD, isolamento, spesa a distanza, prevenzione e salute, condivisione forzata degli spazi in casa e, quindi, identificare proposte concrete per migliorare la qualità della vita  delle famiglie monogenitoriali e delle famiglie a geometria variabile. Sono state fatte 46 domande

Metodologia e profilo del campione

Grazie ad un meticoloso lavoro di squadra, è stato creato un questionario quantitativo ad hoc:

  • totalmente anonimo
  • informatizzato e caricato sul sito dell’Associazione Smallfamilies: le persone hanno quindi scelto spontaneamente di partecipare all’indagine, con un semplice click sul link
  • somministrato esclusivamente tramite web (anche per ragioni legate alle norme anticovid)

Queste le sezioni che lo hanno composto:

  • una sezione socio – demografica: per definire il nostro campione in base ai principali parametri socio-demografici (area geografica, sesso, età, occupazione, stato civile) e per selezionare i partecipanti all’indagine: genitori vedovi, unici, divorziati, separati  a seguito di matrimonio o da convivenza di fatto, che vivono stabilmente con i propri figli o che si alternano  con l’altro genitore; single con un minore in affido;
  • un set di domande relative alla situazione abitativa delle smallfamilies;
  • un approfondimento su connessione ad Internet e dispositivi elettronici disponibili, smart working /DAD e relative difficoltà affrontate durante il lockdown;
  • una sezione relativa alla situazione lavorativa e alle difficoltà economiche affrontate durante la pandemia, i disagi vissuti e gli aiuti richiesti/ricevuti;
  • infine una sezione dedicata al presente e alle proposte per il futuro, per migliorare la qualità della vita delle famiglie monogenitoriali e delle famiglie a geometria variabile.

Durante il periodo di somministrazione online (12 dicembre 2020 – 8 aprile 2021) quasi tremila
persone hanno preso visione del questionario o ne hanno compilato alcune parti, mentre
cinquecento sono stati i genitori single che in forma anonima lo hanno compilato integralmente.
Ed è a questo campione che i risultati qui presentati fanno riferimento.

L’indagine rappresenta un’occasione di ascolto e l’avvio di un ulteriore percorso di approfondimento sulle condizioni di vita delle smallfamilies. Ne emerge un racconto a più voci, una fotografia, ma anche un modo di fare co-ricerca, di autorappresentarsi fuori da stereotipi e luoghi comuni.

Non hanno potuto partecipare all’indagine conoscitiva tutti quei genitori che nel periodo considerato non hanno mai vissuto con i loro figli, questo perché una delle finalità di questa ricerca online è quella di indagare il vissuto domestico durante il confinamento e le problematiche legate alla cura quotidiana dei figli. Questi, sono stati complessivamente 103 genitori single (71 madri e 32 maschi).  Così come sono assenti dall’indagine quei genitori single in condizioni di disagio socio economico e di nazionalità straniera. Le ragioni principali: per questi ultimi la lingua, per gli altri soprattutto la scarsa disponibilità di strumenti e competenze per accedere alle tecnologie digitali e – ipotizziamo –   anche la scarsa disponibilità di tempo e attenzione richiesta dalla compilazione. L’impossibilità di predisporre un accompagnamento in presenza alla somministrazione del questionario è un altro possibile motivo.

Infine numerose ricerche segnalano una maggiore disponibilità a partecipare alle indagini tra chi ha un livello di istruzione medio-alto. C’è una corrispondenza tra le modalità di rilevazione (nel nostro caso il web) il tipo di survey e il profilo degli intervistati.

Il trattamento dei dati è stato effettuato dalla start up digitale HODA, il cui elaborato statistico ci ha permesso di analizzare i dati a totale campione. Successivamente è stata effettuata anche una cluster analysis che all’interno dei 500 casi completati ha individuato 6 gruppi tipologici.

Team di ricerca

Frutto di un lavoro di squadra, il progetto è realizzato dall’Osservatorio Smallfamilies aps, in partnership e con il sostegno della startup digitale Hoda – azienda fortemente orientata al rispetto e alla valorizzazione dei diritti delle persone – che ha sviluppato la nuova app “Weople” – e consulenti esperti in ricerca a partire dalla presidente Smallfamilies aps Gisella Bassanini, architetta e dottore di ricerca, affiancata da Alessandra Rizzo, da oltre venticinque anni ricercatrice sociale e di marketing, già direttore di ricerca qualitativa presso l’Istituto Eurisko, oggi ricercatrice free lance e coach; Alessandra Vollaro, già ricercatrice quantitativa per Eurisko e GFK , specializzata in indagini ad hoc internazionali, free lance dal 2007 collabora con i principali Istituti italiani;  Stefano Albano, socio della startup Hoda – Holistic Data Activation, responsabile del trattamento dati e Chief Data Science; Raethia Corsini, giornalista e consulente di comunicazione.

Il profilo socio –demografico dei/delle rispondenti

La maggioranza di chi ha partecipato alla ricerca risiede nel nord Italia (69%) in città medio- grandi (54%). Si tratta per il 90% di donne. La fascia di età più rappresentata è quella tra 45-54 anni (49%), seguita da quella tra 35-44 anni (29%). L’età media è di 48 anni. Il 98% è di nazionalità italiana. I genitori separati da matrimonio e da libera unione rappresentano il 48% dei casi, il 23% sono divorziati, 21% genitori unici, 8% vedovi .

  • Da quanto tempo sono una smallfamilies

Il 42% è smallfamilies da 1-5 anni, il 27% lo è da 6 a 10 anni. Chi lo è da più di 10 anni rappresenta il 23%., da meno di un anno l’8%.
Il 47% dei genitori ha un solo figlio, due figli il 43%, tre figli l’8%, quattro figli l’1%. Il numero medio di figli è 1,53.
L’età dei figli maggiormente rappresentata è dagli 8 ai 13 anni.

  • Livello di istruzione, condizione lavorativa dei genitori

Tra chi ha risposto ben il 61% è in possesso di una laurea o di un titolo post laurea cui si somma, per un totale del 34%, chi è in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore) e chi ha intrapreso un percorso di studi universitario non concluso. Il nostro campione ha dunque un livello di istruzione alto .
Rispetto alla condizione lavorativa, ben l’84% è occupato, disoccupato l’8%, non svolge lavoro retribuito o è in pensione il 6% , mentre in cassaintegrazione si trova il 2% dei/delle rispondenti.
La maggioranza ha un contratto full time (72%) a tempo indeterminato (62%), seguono le partite iva (23%),precari a tempo determinato (10%) e a chiamata (1%).
Il settore privato è quello maggiormente rappresentato (67%), mentre solo il 5% lavora nel settore no-profit. La maggioranza (32%) svolge un lavoro impiegatizio, la libera professione (17%), il 14% è insegnante.

  • I figli: convivenza attuale e durante il lockdown primavera 2020

Il 68% dei figli vive stabilmente con un genitore, solo il 32% si alterna tra le case dei due genitori . Quest’ultima percentuale è andata diminuendo durante la primavera 2020 determinando un aumento della percentuale dei figli che hanno vissuto per tutto il periodo del lockdown solo con un genitore (74%).
La composizione dei nuclei familiari che hanno partecipato all’indagine è costituita per l’84% dal genitore con i suoi figli, il 9% convive anche con una nuova compagna o compagno, il 5% con un parente, il 2% condivide la casa, oltre che con i propri figli, anche con una presenza amica o un coinquilino/a. La media dei componenti dei nuclei familiari rilevati è del 2,66.

continua/La casa al tempo del confinamento: lavoro, scuola e famiglia

 


foto apertura: adobe stock free download

autore

Smallfamilies

"La redazione" del gruppo Smallfamilies aps

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